Paolo Gentiloni e Matteo Renzi (foto LaPresse)

Passeggiate romane

Renzi vuole il voto ad aprile contando sulla fedeltà di Gentiloni, anche se Mattarella fa asse con Alfano

Ciò che preme maggiormente all’ex presidente del Consiglio è dimostrare che lui non è come gli altri: “A me interessa solo il paese, e di questo voglio parlare d’ora in poi, tenendomi alla larga dalle polemiche del palazzo”

Non è nemmeno un mese che il governo Gentiloni ha preso vita, che già si raccontano, con dovizia eccessiva di particolari, le tensioni tra il neo premier e il suo successore. La verità? La verità è ben diversa. Gentiloni non avrebbe nemmeno voluto l’incarico perché non è quel tipo di politico a cui una medaglia in più fa differenza. Si è acconciato ad accettare la presidenza del Consiglio non per fare un piacere a Sergio Mattarella, bensì per dare una mano a Matteo Renzi. Dal che si deduce che non c’è stato nessun alterco, come si è invece raccontato, tra lui, Maria Elena Boschi e Luca Lotti. I tre filano d’amore e d’accordo. O, meglio, sono costretti a comportarsi come tre sodali durante tutta la legislatura. Senza invidie e gelosie.

 

E infatti né l’attuale ministro dello Sport, né la sua compagna di partito volevano restare a tutti i costi al governo. Anzi, la Boschi era pronta a fare un passo indietro, e si è poi deciso di comune accordo tra Gentiloni e Renzi di darle un ruolo alla presidenza del Consiglio. Se non si capiscono queste dinamiche non si capisce nemmeno perché l’ex presidente del Consiglio è così sicuro che sia possibile andare alle elezioni anticipate. Il patto tra lui e Gentiloni è saldo: quando sarà si andrà alle urne anche se Mattarella, come ama ripetere Renzi, sta preparando un programma di governo lungo trent’anni.

 

Ma nel frattempo che fare? Qualche amico ha suggerito all’ex premier di buttarsi a capo fitto nell’avventura politica, con un team di esperti e un programma di viaggi all’estero, ma il diretto interessato nicchia. Ciò che preme maggiormente all’ex  presidente del Consiglio è dimostrare che lui non è come gli altri: “A me interessa solo il paese, e di questo voglio parlare d’ora in poi, tenendomi alla larga dalle polemiche del palazzo”. E l’idea di Gentiloni, che non è troppo diversa a quella di Renzi,  consiste nell’andare avanti, tenendo attorno a sé la maggior parte dei consiglieri (economici e non solo di Renzi) senza rompere con il suo predecessore.

 

Dunque, nonostante il nuovo governo fatichi ancora a prendere le misure, si va avanti avendo come data limite quella dell’aprile del prossimo anno. Per questa ragione Gentiloni non ha voluto prendere impegni di governo oltre febbraio prossimo. Nonostante Angelino Alfano che si è sentito in dovere di manifestare riservatamente al capo dello stato la sua intenzione di andare avanti  in questa  legislatura, benché Renzi non voglia. I maligni infatti raccontano che il leader di Area Popolare abbia ottenuto la poltrona della Farnesina grazie alla promessa fatta al capo dello stato di garantire la prosecuzione della legislatura anche nel caso in cui Renzi chiedesse di staccare la spina.  Ma, con buona pace di Angelino Alfano, la spina, quando sarà, la staccheranno i “fedeli” alleati di Ala. Gli stessi con cui il leader del nuovo centrodestra dovrebbe allearsi in caso di elezioni…

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