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La morbosa storia d'amore tra gli italiani e il loro tanto caro Senato

Ugo Cornia

Non si bada a spese: l’italiano vuole comprare solo senatori di prima qualità, niente senatori usati o di seconda scelta

Essendo ormai passato qualche giorno vorrei azzardare una interpretazione del referendum che mi sembra non sia stata ancora proposta. Si è detto che Renzi ha perso, ma ha saputo di poter contare sul 40 per cento degli italiani, si è detto che non è vero e che Renzi non può contare sul voto del 40 per cento degli italiani; si è detto che Grillo e Salvini possono contare sul 60 per cento degli italiani, e si è detto che invece non possono contarci; effettivamente, tra le poche cose che non sono state dette, c’è che la Meloni possa contare sul 60 per cento degli italiani, e si sarebbe trattato di una argomentazione un po’ forte. Ma queste sono tutte letture politiche e anche molto personalistiche di un referendum che in verità poneva degli importanti quesiti di tipo istituzionale. Per esempio una questione era: gli italiani vogliono spendere meno per la politica e di conseguenza abolire il Senato e il Cnel?

 

 

Ebbene, la stupafecente risposta è stata: il 60 per cento degli italiani non vogliono spendere meno per la politica e non vogliono abolire il senato e il Cnel. Voglio subito confessare che io ho votato senza sapere che cos’è il Cnel, però più o meno so che cos’è il Senato, quindi mi occuperò di Senato. E questa immagine dell’italiano medio che emerge dal voto è veramente stupefacente. Un italiano medio può magari risparmiare qualcosa sul cibo e comprare della mortadella al posto del prosciutto crudo, oppure può aspettare i saldi per comprarsi una nuova giacca a vento, e magari decidere addirittura di procrastinare di un anno l’acquisto e continuare a usare il suo giubbotto vecchio; un italiano può, nonostante la ben nota passione dei motori, decidere di comprare una macchina usata, ma per quanto riguarda il Senato l’italiano non vuole risparmiare: l’italiano vuole comprare solo senatori di prima qualità, niente senatori usati o di seconda scelta. Niente senatori mortadella. Vuole risparmiare comprandone un po’ meno, non so, la metà? No, l’italiano, oltre a volere senatori di qualità, li vuole tutti.

 

E quindi quello che adesso dobbiamo chiederci è: perché l’italiano è così attaccato al suo Senato, tanto da voler spendere e spandere, senza farsi il minimo problema, per avere senatori di prima scelta, come si dice à la page, e in gran numero, possedendo molti più senatori di tante altre democrazie paragonabili alla nostra? Non saprei. Ma che in Italia ci sia un forte attaccamento al Senato forse c’era da aspettarselo. Coi suoi alti e i suoi bassi in Italia c’è del Senato da circa duemilacinquecento anni, e possiamo dire che il nostro paese può vantare senatori e presidenti del Senato molto illlustri, il primo che mi viene in mente è Ottaviano Augusto, importante presidente del Senato con la carica di primus inter pares poco più di duemila anni fa. Ma anche Spadolini, seppur meno brillante in fatto di acquisizioni territoriali per la patria, io continuo a ricordarlo con affetto. E se ne potrebbe ricordare tanti altri. A questo punto uno potrebbe chiedersi: visto che gli italiani sono così attaccati al Senato, e lì non mollano, mentre invece la Camera è sempre piaciuta meno (infatti a Roma non c’era scritto Cpqr – Camera popolusque romanus) se proprio si vuole abolire qualcosa per forza, che può anche essere giusto, per spendere meno soldi si potrebbe fare un nuovo referendum per abolire la Camera e portare il numero dei senatori a millecinquecento, o anche a duemila.

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