Alessandro Di Battista (foto LaPresse)

M5s e firme false, da lunedì gli interrogatori degli indagati

Redazione

Alcuni esponenti grillini avrebbero ricopiato materialmente le firme per ovviare a un errore materiale che avrebbe rischiato di invalidare la lista.

La storia delle firme false a sostegno della presentazione della lista del M5s alle comunali di Palermo del 2012 segna un punto di svolta. “Chiediamo a tutti gli indagati nell'inchiesta di Palermo di sospendersi immediatamente dal MoVimento 5 Stelle non appena verranno a conoscenza dell'indagine nei loro confronti a tutela dell'immagine del Movimento e di tutti i suoi iscritti”, si legge testualmente sul blog di Beppe Grillo. Dalla procura nessuna notizia certa sul numero degli indagati, ma da lunedì dovrebbero cominciare gli interrogatori del pool coordinato dal procuratore aggiunto Bernardo Petralia e dal pm Claudia Ferrari.

  

 

Alcuni esponenti del M5s avrebbero ricopiato materialmente le firme per ovviare a un errore materiale che avrebbe rischiato di invalidare la lista. Tra di loro ci sarebbero anche dei parlamentari nazionali, che in questo modo avrebbero violato il testo unico 570 del 1960 incorrendo nel reato di falso. L'attuale parlamentare regionale siciliana Claudia La Rocca davanti ai magistrati ha chiamato in causa chi avrebbe ricopiato le firme insieme a lei, facendo i nomi, tra gli altri, di Claudia Mannino, Samantha Busalacchi e Loredana Lupo. A quanto pare anche il candidato sindaco di Palermo, Riccardo Nuti, era a conoscenza di tutto.

 

I magistrati titolari dell'inchiesta nei giorni scorsi hanno anche acquisito le testimonianze di decine di persone che hanno disconosciuto le “loro” firme, apposte negli elenchi presentati alla cancelleria del tribunale e depositate negli uffici comunali. Al di là di tutto, comunque, la vicenda complica il cammino del M5s verso le elezioni comunali e regionali che si terranno in Sicilia l'anno prossimo.

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