La politica in piazza col Foglio: deputati e senatori contro l'Unesco

Redazione
Carlo Giovanardi, Fabrizio Cicchitto e Lorenzo Dellai difendono Israele e si uniscono alle proteste contro l’Organizzazione dell'Onu per l'Educazione, la Scienza e la Cultura.

Centinaia di persone hanno raccolto l’invito del Foglio a scendere in piazza, mercoledì 19 ottobre, per protestare contro la decisione dell’Unesco di strappare alla storia ebraica i suoi luoghi sacri a Gerusalemme. L’evento è stato ricordato martedì in Senato da Carlo Giovanardi: “Domani ci sarà un sit-in davanti all’Unesco. Tutte le persone che ricordano, non a parole, la condanna dell’Olocausto del popolo ebraico si indignano oggi nel momento in cui si ricorda quella tragedia e invocano sanzioni penali nei confronti di chi nega l’Olocausto, mentre il nostro governo, astenendosi, avalla vergognose mozioni di questo tipo che negano alla radice l’esistenza storica e la legittimità della presenza del popolo ebraico in quella realtà”. Ha inoltre aggiunto che mozioni come quelle dell’Unesco “legittimano gli estremismi di coloro che vogliono cancellare la presenza ebraica e Israele dalla faccia della Terra. Non sfugge a nessuno che queste mozioni aiutino la violenza e il terrorismo”.

 

Anche Fabrizio Cicchitto, presidente della commissione Esteri della Camera, si è schierato contro questo provvedimento: “Il documento dell’Unesco è inaccettabile. In primo luogo per una ragione politica perché in esso c’è una faziosa ricostruzione di tutta la vicenda che riguarda i rapporti fra Israele e i palestinesi”. E ha aggiunto: “Ora l’abrogazione con un tratto di penna di un pezzo della storia dell’ebraismo non è solo il massimo della faziosità, ma anche il massimo della stupidità”.  Il deputato si dice stupito per l’astensione dell’Italia, ricordando che l’atteggiamento del paese finora era stato quello di equilibrio sulla vicenda israeliano-palestinese, e comunque sempre nel netto rifiuto di ogni forma di antisionismo, di antisemitismo e di ogni azione contro Israele. “Queste scelte positive sono state contraddette da un voto di astensione che ha il senso non di un’abile operazione diplomatica ma, ci si consenta la figura retorica, di un gesto alla Ponzio Pilato”.

 

Presente al sit-in del Foglio anche Lorenzo Dellai, Capogruppo di Democrazia Solidale - Centro Democratico alla Camera dei Deputati, che ha detto che l’Unesco ha dato “un contributo non secondario all'inimicizia e allo scontro” attraverso una mozione “grave ed insensata”. Anche lui si è detto stupito e preoccupato per il voto di astensione dell'Italia: “Con questo voto abbiamo deragliato dal binario della tradizionale politica estera italiana nella regione. Un conto infatti è la giusta attenzione all'equilibrio e al dialogo con tutte le parti in causa, per favorire compromessi di pace, oltre ogni faziosità. Un conto ben diverso è invece non opporsi con forza, come sarebbe stato e sarebbe ancora doveroso, ad una risoluzione che disconosce volutamente i fatti della storia”.

 

Il senatore Alessandro Maran, che ha aderito all’iniziativa, ha commentato: “Quella di Gerusalemme resta una incancellabile storia plurale. La decisione di riscrivere la storia per espungere la tradizione ebraica è pertanto una decisione grave e grottesca. E gravi sono le responsabilità dell'Italia”.