Come trasformare Renzi in uno della famiglia (Berlusconi)

Salvatore Merlo
Signorini, “Chi”, le foto di Agnese in bikini, la prima comunione. Il premier come il Cav., un oggetto di consumo editoriale di massa. L’esposizione del corpo al fotografo è una laurea dal punto di vista dell’immagine, e forse anche della costruzione dell’immagine. E in questo Signorini è il demiurgo, sin dai tempi di Ruby e di Noemi.

Poiché Silvio Berlusconi dedica da sempre alle immagini un’attenzione viva e comunicabile, penetrante, in cui si afferma il suo pratico scetticismo di uomo non molto convinto della politicità della politica, allora è forse opportuno che anche i più snob tra gli osservatori del Palazzo gettino oggi uno sguardo su “Chi”, il settimanale mondano di Alfonso Signorini, il catalogo devozionale della real casa di Arcore. Ecco che infatti, accanto all’intervista gran celebrativa degli ottant’anni del Cavaliere, fa capolino un altro servizio fotografico. Presentazione: “Le immagini esclusive della famiglia Renzi riunita a Pontassieve per festeggiare la prima Comunione di Ester, 10 anni, ultimogenita”. Rullo di tamburelli e didascalia: “Matteo Renzi ha lasciato Roma per partecipare alla cerimonia con la moglie e i figli e in serata è andato alla stadio con i due figli maschi per assistere alla partita della Fiorentina”. Renzi come Berlusconi, dunque, un oggetto di consumo editoriale di massa: la moglie Agnese, i figli, l’abbraccio, i sorrisi… Nelle foto il presidente del Consiglio è così tirato a lucido che sembra una ceramica di Caltagirone: viene voglia di tirargli una palla di stoppa per vedere se, per contraccolpo, magari rimbalza. E insomma Signorini l’ha incluso nel mondo spettacolare del Cavaliere, in quell’universo famigliare che si fonda sulla delega del potere politico e sulla pubblicizzazione del privato, lo ha trattato come Barbara, come Eleonora o come Marina, la figlia primogenita che (“selvaggia bellezza a cavallo di una tecnologica moto d’acqua tra le onde cristalline delle Bermuda”), quando sembrava voler entrare in politica fu ritratta a petto nudo proprio su “Chi”.

 

Macchina complessa che assaggia, rileva, fiuta, lancia, e in quanto fa tutto questo modella il mondo berlusconiano. Ed è infatti sempre su “Chi” che furono incoronati, e dismessi, anche i poveri Casini, Fini, Monti, Alfano… L’esposizione del corpo al fotografo è una laurea dal punto di vista dell’immagine, e forse anche della costruzione dell’immagine. E in questo Signorini (“il pettegolezzo distrugge, il gossip costruisce”) è il demiurgo, sin dai tempi di Ruby e di Noemi. Si può d’altra parte fotografare l’avversario nei suoi inciampi, ma si può anche renderlo pop. E per Renzi non è la prima volta. Già ci furono le foto con il giubbotto di Fonzie (“abbasso la politica ingessata”), poi quelle a torso nudo in giardino (“il riposo del guerriero”), e infine la serie dedicata alla signora Agnese in bikini: “Gambe snelle e corpo tonico per un’estate sprint”, “una top model per Renzi”, “un corpo asciutto che farebbe invidia a donne più giovani, forgiato da quotidiani allenamenti di corsa, bicicletta e spinning”.

 

Ma la cosa, adesso, fa impressione perché nel frattempo – e mentre anche Canale 5 è così dolce con Renzi da far passare il Tg1 per un covo di sediziosi – Forza Italia manda avanti contro Renzi periodi brevi, aizzati come cavalli selvaggi. Negli ultimi mesi il solo Renato Brunetta lo ha definito “imbroglione”, “pinocchio”, “ignorante”, “bambino viziato”, “macchietta”, “venditore di tappeti”, “faccia di bronzo”, “incapace”, “ballista”, “tragico”, “imbarazzante”, “indecente”, “dilettante”, “nullafacente”, “razzista” e “spudorato”. In sella al verbo, talvolta nessun soggetto. E sembra ovviamente una follia. Brunetta e Signorini. Ma non è da oggi che il Cavaliere tende a un’ambiguità suggestiva, a un gioco cinico e paradossale di amori oscuri in cui tutte le parvenze sono giustificate, corrispondenti cioè a una verità irrisolta di Berlusconi. C’è infatti la politica, ma ci sono anche gli affari. C’è il referendum da contrastare, ma c’è la riforma elettorale da negoziare. E c’è anche – sempre – la possibilità di tornare al governo persino col Pd, se le cose dovessero proprio mettersi male.

  • Salvatore Merlo
  • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi erasmiana a Nottingham. Un tirocinio in epoca universitaria al Corriere del Mezzogiorno (redazione di Bari), ho collaborato con Radiotre, Panorama e Raiuno. Lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.