Virginia Raggi (foto LaPresse)

Il problema di Grillo si chiama circo mediatico-giudiziario

Claudio Cerasa
I grillini oggi non sono nei guai perché hanno tradito i propri valori. Sono nei guai perché si stanno impiccando con la stessa corda che hanno trovato appesa in molte piazze mediatiche italiane.

Al direttore - Caro Cerasa. La mistica dell’onestà e della trasparenza sta ai grillini come l’antiberlusconismo aprioristico alla sinistra. Si sono passati il testimone. Perché tutti questi signori non tornano a scuola, a studiare? Si leggano le fonti, sudino sulle carte, non stiano tutto il giorno a digitare boiate sui loro dispositivi. Mi sembrano “quelli che vanno allo zoo, fanno scappare il leone per vedere l’effetto che fa”.
Alessandro Armaroli

 

Mario Calabresi ieri su Repubblica ha scritto quello che dice lei. Il problema del caso Raggi, ha scritto il direttore di Rep., non è legato al fatto che i grillini siano stritolati dalla fuffa della loro retorica ma è legato al fatto che i grillini stanno tradendo alcuni valori importanti, cruciali, fondamentali per il futuro del paese. Alcuni valori, come la trasparenza e la legalità, “finiti ancora una volta nella categoria degli annunci e delle buone intenzioni, l’opacità, il depistaggio e la furbizia”. Valori che somigliano molto, scrive Calabresi, a quelli “civili di questo giornale e della sua comunità di lettori”. Il rimbrotto del direttore di Repubblica è coerente con la storia recente del giornale e dal suo punto di vista Calabresi giustamente sculaccia la Raggi per essersi chiusa a riccio, “per rifugiarsi nell’omertà e gridare al complotto”.

 

Concentrarsi però sul tradimento dei “valori” dei grillini è un errore che contraddice la svolta garantista data dallo stesso Calabresi al suo giornale. E’ un errore perché dire ai grillini “ehi, avete tradito i vostri valori” significa riconoscere che il problema dei grillini è esclusivamente il tradimento dei valori e non, invece, il fatto che quei valori, per esempio, fossero una truffa ideologica. Non perché la legalità non sia una priorità, ovvio, ma perché per anni, in nome della legalità, è stata tradita la Costituzione più bella del mondo (che ci dice che siamo tutti innocenti fino a prova contraria) ed è stato accettato che il nostro paese diventasse una Repubblica fondata sul lavoro del circo mediatico-giudiziario.

 

I grillini oggi non sono nei guai perché hanno tradito i propri valori. Sono nei guai perché si stanno impiccando con la stessa corda che hanno trovato appesa in molte piazze mediatiche italiane e che i fuffaroli a cinque stelle non hanno fatto altro che irrobustire: il cappio del circo mediatico giudiziario, in base al quale, in nome della legalità, i magistrati sono padroni del mondo, la presunzione di innocenza viene infilata nel water e tutti sono sempre colpevoli fino a prova contraria. E nella diffusione di questi valori ci sono alcuni giornali che forse dovrebbero farsi alcune domande.

  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.