Virginia Raggi e Paola Muraro (foto LaPresse)

I Cinque stelle e il “fronte diversivo” siciliano per dimenticare Roma

Marianna Rizzini
Urge ormai una strategia diversiva che non faccia crollare anzitempo il morale e le speranze del Movimento tutto. Ed ecco che l’occasione si presenta, per il non-partito che fa del suo essere “di lotta” un punto d’onore ma anche una questione di identità: il voto amministrativo in Sicilia.

Roma. C’è nella capitale con giunta a Cinque stelle l’imprevisto caso Muraro (subbuglio per la passata consulenza Ama dell’assessore all’Ambiente) e c’è, ohibhò, l’improvviso guasto dell’idillio tra il neosindaco Virginia Raggi e la sua base, pronta a chiedere, come da copione grillino, spiegazioni&dimissioni, invocate solitamente per esponenti di altri partiti investiti dal sospetto di lesa trasparenza (e però poi, si è visto non solo a Roma, anche per un Cinque stelle governare è tutta un’altra cosa). E c’è sgomento tra gli attivisti e ai piani alti del castello grillino, nel direttorio e sulle bacheche Facebook e sul blog di Beppe Grillo (luoghi virtuali dove aleggia il duplice dubbio: come risolvere il caso Muraro senza smentirsi? Come non smentirsi senza procedere a incresciosi rimpasti?).

 

E anche se lo scontro in Campidoglio con il Pd, come dicono i Cinque stelle per automotivarsi, tiene “in alto i cuori”, e anche se la cittadinanza, in generale, non s’indigna più di tanto (un po’ è in vacanza, un po’ è stordita dal caldo, un po’ è concentrata sul de minimis di quartiere, se non sui topi e sulla munnezza), urge ormai una strategia diversiva che non faccia crollare anzitempo il morale e le speranze del Movimento tutto. Ed ecco che l’occasione si presenta, per il non-partito che fa del suo essere “di lotta” un punto d’onore ma anche una questione di identità: il voto amministrativo in Sicilia. Non si vota domani, anzi (le elezioni a Palermo sono previste per la primavera 2017). Ma la Sicilia è l’isola-simbolo dei bei tempi andati, quando si poteva ben arrivare a nuoto (Grillo attraverso lo Stretto, estate 2012) e mettersi a correre per città e paesi come Forrest Gump, accolti con stupore e orrore, magari, ma orrore misto a curiosità (tramutatasi poi in consensi basati sul “vediamo questi che cosa fanno”).

 

Memore dei fasti, e nell’urgenza di spostare il fronte sul terreno più congeniale della perenne campagna elettorale in cui il M5s può essere “contro tutti”, Grillo lancia dunque la grande campagna di Sicilia sul blog, proprio nel momento in cui esplode a Roma il caso Muraro (e mentre a Parma non si risolve il caso del sindaco eternamente “sospeso” Federico Pizzarotti): “Il processo per proporre la propria candidatura parte il 3 agosto, con termine il 19 agosto, ultimo giorno entro il quale saranno accettate le proposte di candidatura. Per presentare la propria proposta di candidatura il cittadino dovrà recarsi personalmente, con la documentazione sopraelencata, presso gli uffici M5s a Palermo… in seguito si procederà alle votazioni online su Rousseau per definire i candidati consiglieri che faranno parte della lista e successivamente il candidato sindaco…”. Requisiti (i soliti): la fedina penale pulita e l’assenza di precedenti candidature nei partiti tradizionali. E c’è già chi, tra i conoscitori di panorami grillini siciliani, prefigura uno scontro internettiano di “caratteri” – ché non si può mai e poi mai chiamarle correnti – tra i sostenitori di Adriano Varrica, ex assistente di Sonia Alfano al Parlamento europeo e attuale componente dello staff di Ignazio Corrao a Bruxelles, e dell’attivista Samantha Busalacchi).

 

Ma aprire “l’altro fronte”, quello che possa far dimenticare la dura realtà del governare anche all’elettorato in sonno che non voterà a Palermo, ma che potrebbe votare al referendum costituzionale e poi alle Politiche, vuol dire anche arringare le folle (sul web) assecondando e potenziando il senso di appartenza psicologica a qualcosa che ancora viene percepito come “altro da”. E infatti ieri Alessandro Di Battista, deputato ed esponente del Direttorio, è comparso in foto sul “blog delle Stelle”, con la grande scritta “Siamo una comunità” e con il comunicato della chiamata a raccolta identitaria in vista dell’evento, la festa nazionale a Cinque Stelle del 24 e 25 settembre (anche quella a Palermo): “Il M5S è la forza politica più giovane del Paese”, diceva Di Battista, “abbiamo iniziato pochi anni fa, e oggi siamo una forza politica di massa… Stiamo andando avanti, stiamo crescendo, e ci stiamo proponendo come forza credibile per il governo del Paese. Lo stiamo facendo senza controllare giornali, senza controllare le televisioni, senza i denari dei rimborsi elettorali, del finanziamento pubblico ai partiti, senza avere una sede, candidando persone all’inizio sconosciute ma che poi si formano e crescono diventando sempre più credibili. Il raduno nazionale che si terrà a Palermo è l’ennesimo tassello attraverso il quale ci avviciniamo al governo del Paese…”. E non bastava: ieri dal M5s siciliano partiva anche lo strale contro la legge elettorale locale, al grido di “così ci penalizzano”.

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.