Monica Maggioni con Antonio Campo dall'Orto (foto LaPresse)

PrivatizzeRai

Redazione
Lo scandalo degli ultimi giorni sui superstipendi fa emergere per l’ennesima volta la discussione sulla privatizzazione della televisione pubblica, ormai prigioniera di costi incomprimibili e inefficienze irriformabili. Pd, M5s, FI e Lega, tutti vogliono vendere la Rai. Se non ora, quando?

La Rai andrebbe messa sul mercato, se non tutta almeno una grossa fetta: “Non serve il carrozzone di oggi, due o tre piattaforme andrebbero messe all’asta o collocate in Borsa per intero”, dice il senatore Massimo Mucchetti, esponente della minoranza Pd e da sempre favorevole a una forte presenza dello stato in economia (ma sulla Rai aveva la stessa idea anche quando era un giornalista del Corriere).

 

Lo scandalo degli ultimi giorni sui superstipendi fa emergere per l’ennesima volta la discussione sulla privatizzazione della televisione pubblica, ormai prigioniera di costi incomprimibili e inefficienze irriformabili. Tra l’altro la privatizzazione sembra mettere d’accordo tutto il Parlamento. “Fuori i partiti dalla Rai”, diceva Matteo Renzi alla Leopolda: “Rai 1 e Rai 2 devono essere finanziate esclusivamente con la pubblicità e successivamente privatizzate”. Tra l’altro il premier su questo tema riceverebbe persino l’appoggio di Massimo D’Alema, anch’egli favorevole alla privatizzazione di almeno due canali, come peraltro proposto da Romano Prodi ai tempi dell’Ulivo. Non ci sarebbe neppure l’opposizione del Movimento 5 stelle, che nel suo programma prevede un solo canale pubblico pagato dal canone e la vendita del resto. Anche il centrodestra, diviso su molte questioni, sul punto è concorde: sia la Lega nord che Forza Italia sono storicamente per la cessione dei canali Rai. E pure i cittadini si sono espressi favorevolmente alla privatizzazione con il referendum del 1995 promosso da Radicali e Lega. In pratica non esiste una riforma più condivisa della vendita della tv di stato. Se non ora, quando?

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