Tariq Ramadan

La rete di islamisti che può inguaiare il Pd milanese

Cristina Giudici
La candidata Sumaya Abdel Qader a una lezione di sharia a Verona. Domani Tariq Ramadan a Milano.

Milano. Il conto alla rovescia per le elezioni amministrative è iniziato, e nella comunità musulmana e dentro il Pd milanese la tensione cresce per via della candidatura di Sumaya Abdel Qader, vicina all’islam politico. Mentre Sumaya gira nei mercati di quartiere per convincere i milanesi di essere una paladina dell’integrazione, lunedì scorso è stata immortalata sul profilo Facebook dell’Associazione islamica italiana degli imam e delle guide religiose, creata dal circuito Ucoii a San Giovanni Lupatoto, in provincia di Verona, a una lezione di sharia (titolo della lectio: “Gli obiettivi giuridici e religiosi dei riti religiosi dell’islam”). Il seminario si è tenuto il 29 maggio, nel centro islamico di Segrate guidato dal giordano-palestinese Abu Schwaima, quello che nel 2006 profetizzava che in dieci anni l’islam sarebbe entrato nel cuore di tutti gli italiani.

 

Seduta in fondo alla sala, Sumaya è stata fotografata in compagnia di altre donne musulmane. Separate dagli uomini, a discapito dei suoi proclami sulla necessità di avere una moschea a Milano dove si abolisca la separazione fisica delle donne dagli uomini. L’associazione veronese, la cui mission è quella di formare imam, è la stessa che ha invitato il predicatore antisemita del Kuwait, nato nello Yemen, Tarik Al-Suwaidan, a cui il Viminale ha vietato recentemente l’ingresso in Italia. La polemica sulla candidatura di Sumaya Abdel Qader (nella foto a sinistra) è acuita dall’imminente arrivo di Tariq Ramadan, che domani sarà a Milano, alla Camera del Lavoro, per l’assemblea annuale del European Muslim Network. Eppure i dirigenti del Pd continuano a tacere sul caso. O forse non conoscono bene il parterre del think tank di Ramadan. Ma basta guardare la foto di gruppo sul profilo Facebook dell’ultimo raduno, che si è tenuto in Bosnia l’anno scorso. Fra loro c’è un personaggio molto controverso, Jacob Mahi, che insegna religione islamica in un istituto multietnico di Bruxelles. Mahi è legato a Roger Garaudy (comunista francese, convertito all’islam e furioso negazionista dell’Olocausto, scomparso nel 2012) e ha sempre difeso i foreign fighter che lasciano il Belgio per la Siria. Ha accusato il governo belga di islamofobia per aver fermato aspiranti jihadisti prima della loro partenza.

 

Ma Jacob Mahi non si limita alla propaganda ideologica. Oltre a sostenere che la sharia vada intesa come il diritto dei musulmani europei a praticare nella vita quotidiana la legge islamica, l’accolito di Tariq Ramadan nel 2014 ha cercato, invano, di invitare il predicatore kuwaitiano antisemita dei Fratelli Musulmani, Tarik Al-Suwaidan – noto per invocare la distruzione di Israele. Nel gennaio del 2015 Mahi è stato indagato per il pestaggio di uno studente che frequentava la scuola dove insegna, perché il giovane si era rifiutato di firmare la petizione che chiedeva le dimissioni di un docente di Storia “colpevole” di aver condannato la strage di Charlie Hebdo. Lo studente è stato aggredito da un gruppo di studenti con mazze da baseball all’uscita della scuola, all’istituto tecnico Leonardo da Vinci di Anderlecht, municipalità multietnica della capitale belga. Jacob Mahi è finito sotto inchiesta perché sospettato di aver “suggerito” sia la petizione contro il docente, sia il pestaggio dello studente. E nel marzo del 2016 il ministero dell’Educazione belga lo ha sospeso per tre mesi dall’insegnamento.

 

Sumaya Abdel Qader sembra in difficoltà. Soprattutto dopo che nei giorni scorsi sono circolate sui social network le fotografie del padre – Mohamed Abdel Qader, tra i fondatori dell’Ucoii ed ex imam di Perugia – che stringe la mano all’ex presidente egiziano di Fratelli Musulmani, Mohamed Morsi. Ma lei continua rilasciare dichiarazioni contradditorie, da una parte rassicurando i suoi potenziali elettori del Pd, dall’altra tentando di dare garanzie alla sua comunità. Al punto che, a Radio24, ha affermato di non appartenere alla Fratellanza, ma di condividerne alcune idee. Anche se alla lezione di sharia alla quale ha partecipato c’erano tutti i big dell’islam politico. Persino un teologo yemenita, che ha studiato nell’università fondamentalista Al Iman di Sana’a.

 

Alla fine di maggio c’è stato un tour immobiliare di una delegazione guidata dal principe del Qatar, Hamad bin Nasser bin Jassem al Thani, che “è il presidente del consiglio di amministrazione dell’organizzazione benefica Quatar Charity, che nel direttivo ha fìgure chiave della Fratellanza, per esempio il predicatore Ahmad al Hammadi”, dice al Foglio l’arabista Valentina Colombo. La delegazione è stata accompagnata dal presidente dell’Ucoii, Izzeddin Elzir e dal tesoriere Mohamed Ibrahim. Il tour è servito a inaugurare diversi centri islamici a Brescia, a Piacenza, a Mirandola (provincia di Reggio Emilia) e a Saronno, dove l’imam è Najib al Barid, formato anche lui all’università yemenita fondamentalista Al Iman. A Saronno è stata inaugurata una moschea che comprenderà anche una madrasa, un centro per il proselitismo, sale per attività culturali, commerciali e sportive. Il progetto del principe del Qatar è di costruire 33 moschee in Italia. Alle inaugurazioni hanno partecipato anche esponenti di istituzioni locali: consiglieri comunali, qualche sindaco, e a Vicenza persino un monsignore: Giuseppe Dal Ferro. Per finanziare i centri islamici sono state elargite dal principe grosse cifre: 500 mila euro a Mirandola, 900 mila a Vicenza, 500 mila a Saronno. Del resto è stato lo stesso presidente dell’Ucoii a dichiarare che negli ultimi tre anni sono stati raccolti 25 milioni di euro grazie al generoso contributo del popolo del Qatar.

 

La faccenda dei finanziamenti ai centri islamici è tanto intricata quanto poco trasparente. Secondo le nostri fonti d’intelligence, nel 2015 la cifra passata attraverso movimenti bancari per finanziare tutti i centri islamici in Italia (non solo quelli dell’Ucoii) è stata di 16 milioni di euro. E la tranche destinata all’Ucoii è arrivata attraverso una triangolazione: partita dalla banca Masraf Al Rayan di Doha, transitata dalla Commerzebank di Francoforte e finita in un conto corrente della Banca dell’Adriatico di Ancona. Chissà se l’arrivo di Tariq Ramadan aiuterà Sumaya Abdel Qader a essere eletta o, al contrario, la penalizzerà. In alcuni circoli del Pd meneghino gira questa caustica battuta, ispirata allo slogan elettorale: “Il Pd vuole portare avanti Milano, ma per ora hanno portato avanti solo i Fratelli Musulmani”.