Francesco Greco (foto LaPresse)

Il grande compromesso tra Renzi e i magistrati passa da Milano

Redazione

Francesco Greco verso la guida della procura di Milano. Renzi favorevole. Il Csm verso la decisione. Niente discontinuità rispetto al passato. Gli ingredienti del risiko.

A meno di sorprese, entro la prossima settimana il plenum del Csm darà un giudizio positivo per la nomina di Francesco Greco, uno dei molti ex del pool di Mani Pulite, alla guida della procura più importante d’Italia: quella di Milano. La nomina è imminente, è ben voluta non solo dai vertici del Csm ma anche dai vertici del governo, e il fatto che trovi una sua approvazione anche in ambienti molto lontani rispetto a quelli renziani (Davigo, la borghesia milanese, il Corriere, il Fatto, il circo mediatico giudiziario) è il segnale esplicito che il potere esecutivo, ben rappresentato nel mondo del Csm, è alla ricerca di un patto di non belligeranza con il potere giudiziario.

 

L’arrivo di Greco alla guida della procura di Milano, procura in cui Greco oggi è procuratore aggiunto e capo del pool reati economici e finanziari, rappresenterebbe un cambio di strategia dei vertici del Csm rispetto al passato: negli ultimi quattro anni, anche prima dell’arrivo di Giovanni Legnini, il Consiglio superiore della magistratura ha sempre scelto, per le procure più importanti d’Italia, da Napoli a Palermo passando per Roma e Reggio Calabria, dei magistrati cresciuti in altre città. Se fosse valso il criterio seguito finora, la scelta del Csm avrebbe portato alla nomina di Giovanni Melillo, capo di gabinetto del ministro della Giustizia Andrea Orlando. Anche per ragioni di opportunità, invece, la direzione oggi è chiara e coincide con il nome di Francesco Greco. Sarà Milano la città del grande compromesso tra il governo e la magistratura? Chissà.