Camera dei Deputati, discussione sul ddl Cirinnà (foto LaPresse)

Via libera alle unioni civili. Ecco cosa c'è da sapere sul ddl Cirinnà

Redazione
Il testo diventa legge con 372 "sì", 51 contrari e 99 astenuti. Per Renzi è un "giorno di festa per tutti". Ecco cosa cambia secondo le nuove disposizioni.

Il ddl Cirinnà è diventato legge. La Camera dei deputati, tra le polemiche, aveva già approvato nel primo pomeriggio il testo con 369 "sì", 193 contrari e due astenuti. Ma adesso è arrivato il via libero definitivo alla legge sulle unioni civili. Ieri alla Camera la ministra Maria Elena Boschi è stata contestata dalle opposizioni e anche la Cei, per bocca di monsignor Nunzio Galantino, ha parlato di "una sconfitta per tutti". Alfio Marchini, candidato sindaco di Roma, ha dichiarato invece che non celebrerà mai matrimoni tra persone dello stesso sesso a Roma, nel caso fosse eletto. Renzi stamattina ha invece scritto su Facebook che si tratta di un "giorno di festa" mentre Boschi ha parlato di "un traguardo storico".

 

Dunque, dopo l'approvazione del testo in Senato lo scorso 25 febbraio, l’iter del ddl Cirinnà si è concluso ed è diventato legge. Ma cosa cambia? Il testo sulle unioni civili disciplina il matrimonio tra persone dello stesso sesso che otterranno le stesse tutele già previste dal matrimonio civile; questo riguarderà anche gli eterosessuali, che potranno stipulare contratti di convivenza. Nel dettaglio, il testo dice che l’unione civile tra due persone maggiorenni avverrà di fronte a un’autorità riconosciuta e alla presenza di due testimoni. L'atto verrà poi registrato nell’archivio dello stato civile, e le parti potranno scegliere un cognome comune scegliendone uno dei due. Le unioni civili, in sostanza, presentano molte analogie con il matrimonio di una coppia eterosessuale, ma anche alcune differenze. Tra queste, quelle più rilevanti riguardano la stepchild adoption e l’obbligo di fedeltà, entrambe previste nel testo originario del ddl Cirinnà, ma eliminate dopo il voto in Senato. L’adozione del figlio del partner non sarà possibile neppure adesso che il provvedimento è legge, proprio perché l’articolo era stato precedentemente bocciato, e lo stesso varrà per l’obbligo di fedeltà. Il divorzio sarà una procedura semplice e veloce: basteranno tre mesi per sciogliere l’unione contratta.

 

Il testo intanto non ha smesso di generare perplessità bipartisan. E se nel pensiero comune, anche al di fuori del movimento gender, le unioni civili rappresentano il trionfo dell’uguaglianza e dell’inclusione, per altri sono invece un atto di discriminazione. O, più semplicemente, il ddl risponde a una necessità di pragmatismo.