Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti (foto LaPresse)

Esclusivo: De Vincenti interrogato dai pm di Potenza. Schiaffo a Renzi

Annalisa Chirico

La procura di Potenza sceglie di convocare il sottosegretario alla presidenza del Consiglio in concomitanza col Cdm. Il caso del legittimo impedimento e la sfida di Renzi: “Hanno sbagliato bersaglio”. Ricostruzione.

Quando si dice le coincidenze… Nell’ambito dell’inchiesta lucana su Tempa Rossa la procura di Potenza ha convocato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti come persona informata sui fatti. Del resto, il nome di De Vincenti è comparso spesso nelle copiose intercettazioni squadernate sui giornali nelle scorse settimane in un cancan mediatico che si è spento soltanto dal giorno successivo alle dimissioni del ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi.

 

Dunque nell’audizione di De Vincenti, a Roma, non si ravviserebbe nulla di sorprendente né di clamoroso se non fosse che, quando si dice le coincidenze, la procura guidata da Luigi Gay ha fissato l’audizione proprio oggi, 10 maggio, in simultanea con il Consiglio dei ministri convocato per le ore 17.30. E De Vincenti, che non ha il dono dell’ubiquità, si è ritrovato di fronte a un bivio: saltare il Cdm (dove, com’è noto, svolge il ruolo di verbalizzatore) oppure ricorrere al legittimo impedimento per individuare con gli inquirenti una nuova data. Il premier Matteo Renzi ha indicato la soluzione: De Vincenti vada pure dai pm, faremo a meno di lui. A chi gli ha fatto notare che la convocazione simultanea ad opera della procura somigliava un bel po’ a una provocazione, il premier avrebbe risposto: “Hanno sbagliato bersaglio. Io vado avanti e rilancio”.