L'allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e l'allora ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola, nel 2010 (foto LaPresse)

Caro Silvio, non tradiamo noi stessi. F.to Scajola

Claudio Scajola
Lettera dell'ex ministro al Cavaliere in vista del referendum costituzionale.

Al direttore - Caro Silvio, ti scrive un amico leale, un ministro dei governi Berlusconi che ha contribuito con te a costruire Forza Italia. Ci ricordiamo quando la sinistra, nel 2000, con una manciata di voti di scarto, approvò l’orrenda riforma del Titolo V della Costituzione, che tanti danni ha prodotto al Paese? Quella riforma noi l’avevamo contestata duramente, ma già allora non cedemmo alle sirene di chi avrebbe voluto promuovere un referendum abrogativo, perché Forza Italia e il tuo centro destra, moderno, moderato, cattolico, liberale e riformista, sono sempre  stati, comunque, interpreti del cambiamento.

 

L’attuale progetto di riforma costituzionale, che Forza Italia ha in parte contribuito ad approvare, è vero, presenta molte lacune. Sarebbe stato meglio se Prodi, D’Alema, Bersani non avessero affossato la riforma costituzionale che nel 2005 approvammo e che prevedeva meccanismi decisionali chiari, come la riduzione dei parlamentari, il superamento del bicameralismo perfetto, il federalismo fiscale e poteri all’esecutivo, in linea con le grandi democrazie occidentali, ma questo è comunque un passo avanti verso la modernità.

 

Ciò che ha reso grande il centro destra – penso alla nostra determinante posizione durante i governi della sinistra sulle missioni militari internazionali – è sempre stato l'andare oltre la convenienza spicciola e l’interesse di parte,  guardando lontano, davanti a noi. E’ vero, non c’è più modo di modificare una riforma che meriterebbe molti affinamenti. Per l’assetto definitivo del Senato, tuttavia, qualcosa si può forse aggiustare. Riflettiamo sul da farsi, caro presidente.

 

E’ molto elevato il rischio di finire omogeneizzati in una sorta di discutibile “Comitato di Liberazione Nazionale”, in compagnia di variopinte versioni di partiti comunisti, di grillini, della Fiom, dei comitati che si oppongono a tutto, dalla Tav alle trivelle, di Ingroia, di estremisti vari di destra e di sinistra. Lasceremmo così giocare a Renzi una partita tra chi sostiene il cambiamento e chi si ostina a mantenere uno status quo anacronistico, contro il quale tu, e noi con te, ci siamo sempre battuti.

 

C’è ancora tempo per valutare e decidere. Anche per capire in che modo essere decisivi in un risultato che, su questo siamo tutti d’accordo, è ancora molto aperto.

 

Con amicizia,

 

Claudio Scajola, ex ministro, fondatore di Forza Italia