Sergio Mattarella a Varallo Sesia per la festa della Liberazione (foto LaPresse)

Zitto zitto, Mattarella difende il governo

Redazione
Sergio Mattarella fa da puntello all’azione del governo Renzi, e lo fa su tutta la linea, comunicandolo in ogni modo, dal referendum sulle trivelle a quello costituzionale, fino al conflitto con l’Anm di Piercamillo Davigo.

Sergio Mattarella fa da puntello all’azione del governo Renzi, e lo fa su tutta la linea, comunicandolo in ogni modo, dal referendum sulle trivelle a quello costituzionale, fino al conflitto con l’Anm di Piercamillo Davigo. Certo, lo fa con il suo stile, quello di un uomo in cui tutto – il tratto, la compostezza, la calma –  è istituzionale, fin troppo: un presidente che, a differenza di Giorgio Napolitano, che aveva una sua evidenza scenica, avanza con piedi di felpa e rimane a fil di terreno, ma che pure a modo suo comunica, ed esercita un ruolo forse cruciale in attesa del referendum costituzionale di ottobre sul quale Renzi ha già deciso di giocarsi la vita. Preveniamo dunque l’obiezione, facile, e un po’ sciocchina, di quei critici a priori del Quirinale, capi ciurma d’un certo giornalismo volgare che interpreta il complesso silenzio diMattarella come il sonno perpetuo di una mummia: ma come fate a dire che il capo dello stato difende il governo riformista, se Mattarella parla pochissimo, anzi spesso non parla affatto?

 

E invece noi pensiamo che anche muoversi nell’arte del tacere sia una risorsa della comunicazione. Non è forse comunizione quel suo andare a votare il referendum sulle trivelle a tarda sera, quando la sua immagine al seggio non poteva più essere utilizzata dalla propaganda antirenziana per il “sì”? E non sono forse un suo messaggio anche le parole di Giovanni Legnini, il vicepresidente di quel Csm di cui Mattarella è il capo, quelle critiche moderate e senzienti, ma preoccupate, per le esagerazioni polemiche, un po’ veementi di Davigo nei confronti della politica tout court? Lo sono senz’altro. E sono le perle di un collier ultra politico che il silenzioso Mattarella sta mettendo in fila, una dietro l’altra, rivelando così uno schema che sorprende (e dispiace) anche quella sinistra del Pd (non solo ex democristiana) che sperava di trovare in lui un alleato nella guerra contro l’usurpatore fiorentino. Domenica i giornali hanno riportato alcuni stralci di un suo intervento scritto per la rivista della fondazione (di Massimo D’Alema) ItalianiEuropei. E cosa scrive Mattarella? Scrive che “la Repubblica deve sapersi rinnovare”, e fa dunque un endorsement, stavolta limpido, della riforma del Senato. Ma l’aveva già detto, a febbraio: “La riforma del Senato influirà su efficienza e velocità delle decisioni”.

 

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