Il Senato della Repubblica (foto La Presse)

Il governo approva la riforma costituzionale che cambia il Senato

Redazione
Addio bicameralismo perfetto: con 361 voti favorevoli passa il ddl costituzionale dopo mesi di votazioni, discussioni e dibattiti

Con 361 voti favorevoli, sette contrari e due astenuti il governo incassa il via libero definitivo della Camera alle riforme istituzionali. Il nuovo Senato non conterrà più 315 membri ma 100 e diventerà una diretta proiezione delle istituzioni locali, mentre saranno i cittadini, con modalità ancora da definirsi, a scegliere i consiglieri regionali-senatori.

 

Quella che è stata definita dall'esecutivo "la riforma delle riforme" del governo Renzi segna un nuovo capitolo nella storia italiana soprattutto per il superamento del bicameralismo perfetto. Se prima sia la Camera che il Senato erano titolari del rapporto di fiducia col governo, d’ora in poi solo la Camera avrà questo ruolo. Non tutti, in Aula, hanno però sostenuto la riforma. Dopo mesi di trattative, votazioni, emendamenti, “canguri” e “supercanguri”, le opposizioni hanno deciso di non partecipare al voto: FI, M5s, Lega e SI sono uscite dall'Aula. Anche il “sì” di oggi, intanto, sarà messo alla prova dal referendum sul ddl costituzionale previsto in autunno. Il bicameralismo imperfetto è (quasi) tratto.