Silvio Berlusconi con Matteo Salvini (foto LaPresse)

A Roma serve la ruspa di Berlusconi

Claudio Cerasa
Trovare un filo conduttore nella scombinata strategia del centrodestra è oggettivamente un’impresa molto complicata. Consigli su come trasformare il tafazzismo nella festa della liberazione dal Salvinismo.

Trovare un filo conduttore nella scombinata strategia del centrodestra è oggettivamente un’impresa molto complicata. E di fronte alle quattro spassose candidature romane (Bertolaso, Marchini, Meloni, Storace, e anche Tosi pare voglia farci un pensierino) e alla rottura decisa ieri dalla Lega anche a Torino (Salvini non sosterrà il candidato di Forza Italia, Osvaldo Napoli) è evidente che la parola Tafazzi sembra essere l’unica capace di dare un senso a questa storia (anche se questa storia un senso non ce l’ha). Eppure, a voler fare un passo in avanti, la rottura tra Berlusconi e Salvini, da boomerang per il centrodestra, potrebbe trasformarsi in un’occasione d’oro per dimostrare un paio di cose al federatore dei talk-show, Matteo Salvini, e per mettere nero su bianco che il salvinismo non è altro che una gigantesca bolla mediatica.

 

Che cosa potrebbe fare Berlusconi è presto detto: scendere in campo a Roma, sostenere con convinzione Bertolaso, fare una vera campagna elettorale, sfidare a viso aperto il Pd e il Movimento 5 stelle e trasformare così la corsa al Campidoglio in una prova di forza utile a mettere a nudo la politica chiacchiere e distintivi dei Salvini e delle Meloni. Bertolaso, si sa, non è certo un candidato modello wow e rendere sexy ciò che non è sexy è un’impresa difficile anche per Berlusconi. Ma la sfida romana, per le ragioni che abbiamo elencato, è diventata particolarmente ghiotta per Berlusconi e il Cav. avrebbe eccome gli strumenti per passare come una ruspa sul corpo dei propri alleati birichini. Diciamo Roma, ovviamente, perché Milano è una storia diversa, con Parisi, ed è un fatto che laddove non comanda Salvini (a Milano comanda Maroni) il centrodestra ha un suo equilibrio e persino una sua competitività. Le amministrative offriranno molti spunti di riflessione a Berlusconi e forse gli faranno capire quello che questo giornale sostiene da tempo: tra i due Matteo, tra Salvini e Renzi, Berlusconi potrà cincischiare quanto vuole ma alla fine sarà l’inerzia della politica a portarlo sempre più vicino al Matteo di Firenze che al Matteo di Milano. Difficile dire come finirà. Più facile dire che Berlusconi potrebbe tentare di costruire a Roma la festa della liberazione dal Salvinismo.

  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.