Referendum sulle nozze gay. Caspita, Di Maio ne azzecca una

Claudio Cerasa
Se non vogliamo che siano i magistrati a decidere quale dovrà essere l’evoluzione della legge sulle unioni civili è bene che siano gli elettori a esprimersi sul punto chiave.

Al direttore - La stepchild adoption è una furbata pazzesca che qualche mente sopraffina gay sin dalle prime battaglie per i diritti omo ha elaborato guardando con grandissima anticipazione a un eventuale futuro di completo riconoscimento dei diritti dei gay. La visione è nitida.Usciti da un ben conosciuto e presunto anonimato con il matrimonio o altro contratto i gay maschi  si sarebbero da se stessi messi in un ghetto. Le donne come sempre si arrangiano, una trombata prima della vocazione o una inseminazione assistita e via, perfettamente integrate nella società. Ma la comunità gay dei maschi correva un grosso rischio, divenire coppiette che la pluralità dei cittadini ha imparato a rispettare ma che vede ancora con gli occhi del passato remoto. Ed ecco la pensata super. Riempiamo di bambini urlanti o festanti il ghetto ed ecco crollare il muro che divide le coppie dei maschi gay dal resto della popolazione. Se il matrimonio civile o l’unione civile possono essere considerate il riconoscimento di un diritto da millenni negato, le adozioni non sono un diritto sono semplicemente un escamotage perché il diritto di riconoscimento di coppia omo  possa avere reale effetto di integrazione sociale. Se poi lo stato lo disciplini a pieno titolo come diritto, passi, resta un diritto-panzana, è solo importante che funzioni.
Luigi De Santis

 

 

Per una volta (mentre lo scrivo tremo) ha ragione Luigi Di Maio e ha ragione il Movimento 5 stelle. Serve un referendum sulle adozioni e sul matrimonio omosessuale. Di Maio lo chiede per ragioni elettorali e per gonfiare la pancia grillina di voti cattolici. Noi lo chiediamo per altre ragioni: se non vogliamo che siano i magistrati a decidere quale dovrà essere l’evoluzione della legge sulle unioni civili è bene che siano gli elettori a esprimersi sul punto chiave. Sì o no all’omogenitorialità? Sì o no alle adozioni? Sì o no all’equiparazione totale tra matrimonio omosessuale e matrimonio eterosessuale? O votiamo liberamente noi o saranno i magistrati a votare da soli.

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  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.