Curzio Maltese (foto LaPresse)

Curzio Maltese, il “non ancora candidato” già dimezzato (a Milano)

Marianna Rizzini
L'ex giornalista di Rep., ora eurodeputato de L'Altra Europa per Tsipras, ha dato la sua disponibilità a correre alla testa di “Milano in Comune”, lista civico-politica della sinistra milanese che vuole opporsi alla candidatura di Giuseppe Sala. Ma sta attento a non buttarsi troppo avanti, vista il non unanime applauso riservato al suo nome.

A Bruxelles e anche a Milano, ma non del tutto. Un po’ qui un po’ lì, un po’ sì e un po’ no: Curzio Maltese, giornalista emerito di Repubblica ed eurodeputato de L’Altra Europa per Tsipras, la lista che nel 2014 aveva fatto sognare i seguaci del cosiddetto “compagno greco”, ha dato la sua disponibilità a correre alla testa di “Milano in Comune”, lista civico-politica della sinistra milanese che vuole opporsi alla candidatura di Giuseppe Sala, nome uscito dalle primarie del centrosinistra meneghino. Ma disponibilità non vuole ancora dire ufficialmente e irrimediabilmente candidato, questo ha fatto capire Maltese, nome storico dell’antiberlusconismo nella Rep. dei post-it gialli  e ora, dopo il “no” di Pippo Civati, alfiere della linea “Sala fa male alla sinistra”, “no al city manager” e “il sogno della Milano arancione è ancora vivo”.

 

Intervistato dalla Stampa, qualche giorno fa, Maltese aveva detto che, se richiesto di impegno, non si sarebbe tirato indietro, e che la “gente insoddisfatta” era tanta. E si sa che Maltese alla “gente” intesa come società civile ci tiene, e fin dai tempi in cui era penna indignata a Rep.: si era nell’estate del 2012, nei giorni in cui bisognava indicare due nomi indipendenti ma di sinistra per il cda Rai e lui scriveva che ogni temporeggiamento e “panico da non decisione” (poi si decise per Benedetta Tobagi e Gherardo Colombo) poteva “persino moltiplicare i vizi” della sinistra, riproducendo lo “squarcio d’Italietta ingovernabile e in definitiva inconcludente che giustamente si rimprovera al ceto politico”. E insomma adesso il Maltese candidato dimezzato (nella sinistra milanese c’è infatti chi vorrebbe Felice Besostri, avvocato socialista e promotore del ricorso contro l’Italicum) non vuole perdere ore preziose, ma al tempo stesso sta attento a non buttarsi troppo avanti, vista il non unanime applauso riservato al suo nome.

 

[**Video_box_2**]Non gli piace Sala, dunque, vuole discontinuità (altro suo slogan-cavallo di battaglia), ma vorrebbe in squadra anche l’ex sindaco Giuliano Pisapia. Rispetto a Besostri, che non esclude accordi con Sala nel caso in cui la sinistra risultasse determinante al secondo turno, Maltese ribadisce di non volersi consegnare a uno “che stava con Letizia Moratti”  (Sala nel 2009, quando era direttore generale del Comune di Milano). Quando lo attaccano per i cambi di poltrona (già fatti o, come in questo caso, soltanto nell’aria), la penna emerita di Rep. dice che facendo l’europarlamentare guadagna meno di quando era firma di punta sul grande quotidiano, e che ora, dovesse davvero candidarsi e ottenere un posto (se non sindaco, consigliere?), guadagnerebbe ancora meno.

  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.