Andrea e Luca Zappacosta

Il Cav. e la rottamazione manettara dei fratelli Zappacosta

David Allegranti
L'associazione “Azzurra libertà” notifica la rottura con Forza Italia per via "della trambusta vita privata del presidente Silvio Berlusconi". E ora a Roma provano a offrirsi ai verdiniani e sostengono Marchini

Roma. Si erano presentati come i rottamatori di Forza Italia, con quel ciuffo a banana in stile Renzi prima versione. Alla fine i fratelli Zappacosta, Andrea e Luca, hanno rottamato pure il Cav., che finora avevano sempre difeso distinguendo il leader dal resto della banda. Hanno dunque ritirato il sostegno della loro associazione, “Azzurra libertà” (“2.500 iscritti in tutta Italia”, dice Andrea al Foglio) con una lettera nella quale notificano “formalmente le proprie irrevocabili dimissioni dalla qualità di aderenti al Movimento Politico ‘Forza Italia’ e ritirano l'affiliazione del Movimento Giovanile ‘Azzurra Libertà’ al Movimento Politico ‘Forza Italia’”.

 

Il primo motivo dell’addio è la vita dissipata, neanche fosse il Barney Panofksy di Mordecai Richler, dell’ex premier: “La totale, in senso negativo, influenza della trambusta vita privata del presidente Silvio Berlusconi sull'attività politica di Forza Italia, con la conseguenza di un'attività politica interamente dominata da questioni private, che impediscono un sano e morale sviluppo del partito, danneggiando così tutti i giovani che vogliono avvicinarsi alla politica italiana”. Gli Zappacosta dicono che Forza Italia ormai ha smarrito i “propri valori originari” e resta in piedi “solo per tutelare opachi interessi”. Ohibò, e questo tono manettaro da dove spunta fuori?

 

“Non tolleriamo in alcun modo - dice al Foglio Andrea Zappacosta - la linea politica assunta dal partito. E, come disse Sandro Bondi in un’intervista, chi non conosce la vita privata di Berlusconi non conosce le dinamiche reali di Forza Italia. Oggi il Cav. è un giocattolo nelle mani di personaggi ambigui. E’ una persona senza margini di scelta, che viene tirato per la giacchetta e spera in un’inutile improbabile assoluzione da parte della Corte di Strasburgo, un ulteriore inganno agli elettori. Anche la scelta di Bertolaso a Roma è discutibile, fondata sullo scopo di far perdere il centrodestra a Roma. Insomma, si dice una cosa in pubblico e in privato si fa altro, come la reiterata menzogna, da parte di Berlusconi, di rinnovare e svecchiare la classe dirigente del suo partito. Inutile far spendere tempo ed energie ai nostri ragazzi”. Loro, invece, vogliono cercare “di recuperare voti moderati centristi e alternativi agli estremismi della destra lepenista e a quelli della sinistra massimalista”.

 

Già nei giorni scorsi Luca, il più giovane dei due fratelli e “vicepresidente nazionale del Movimento Giovanile Azzurra Libertà”, aveva vergato su Facebook parole piuttosto risentite contro “Farsa Italia”. “La mozione di sfiducia presentata da Forza Italia (anzi, FARSA ITALIA) al Presidente del Consiglio Matteo Renzi è un copia/incolla di un editoriale di Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano. Ma come? Quando Travaglio scrive che Berlusconi è entrato in politica per tutelare i suoi interessi è un pazzo mistificatore, mentre quando scrive male di Renzi allora è un guru della verità. Giustamente Matteo Renzi e tutto il Parlamento hanno deriso FARSA ITALIA”. Infine l’appello, scritto con i caps-lock pigiati: “NON VOTATE FORZA ITALIA”.

 

[**Video_box_2**]E ora che faranno i fratelli Zappacosta? A Roma sostengono la candidatura di Alfio Marchini. Quanto al resto, hanno provato a offrirsi a Denis Verdini, ma tra i verdiniani abbonda lo scetticismo. “Nell’area di centro c’è Verdini - risponde Andrea - ma non soltanto lui. Comunque, la situazione è esplosa adesso, è presto per far nomi”. Nessuno ha mai capito davvero perché Berlusconi si fosse così esaltato - almeno all’inizio - per i due “falchetti azzurri”. Dagospia aggiunge un dettaglio che poco ha a che fare con la politica (ma in realtà nel caso del Cav., come teorizzano Bondi e Zappacosta, tutto è politica): “Al solito, pare che si debba cercare la femmina, una delle belle ragazze che in maggioranza compongono il gruppo, e che avrebbe avuto un flirt con un fratellino Zappacosta. Poi è arrivato il ciclone Cav. e, tra un giorno ad Arcore e qualche altro in Sardegna, mentre i due credevano di conquistare terreno, è la fanciulla che sarebbe stata conquistata”. Gli Zappacosta come i fratelli Caponi. Totò Peppino e la… malafemmina.

  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.