Alfio Marchini (foto LaPresse)

L'autogol del centrodestra a Roma: si presenta con tre candidati

Redazione

 Regalo al Pd. Chi di non primarie ferisce, di non primarie perisce.

Rapida sintesi. A Roma il Partito democratico – partito uscito con le ossa rotte dall’ultima sindacatura – sceglierà con le primarie il candidato sindaco. Sei nomi in campo: Giachetti, Morassut, Pedica, Rossi, Mascia e Ferraro (il primo appoggiato dalla classe dirigente che conta nel Pd, da Renzi a Orfini fino a Zingaretti). Ci sarà un vincitore e quel vincitore sarà il candidato del Pd. Dovrà affrontare, al primo turno, Stefano Fassina, tra gli avversari di sinistra, ma il candidato forte del centrosinistra uscirà dai gazebo.

 

Il movimento 5 stelle non ha ancora scelto il candidato per Roma ma ha votato i tre punti del programma del candidato sindaco. Votazione online: la mobilità e la manutenzione delle strade, scelta dal 23 per cento dei votanti (1.917 preferenze); la trasparenza e lo stop agli sprechi per l'8 per cento (1.520 preferenze); e l'emergenza rifiuti e la cura del territorio per il 16 per cento (1.361 preferenze). Hanno partecipato in 2.724 sui 9mila iscritti residenti a Roma. Meno di uno su tre. Mezzo disastro. E arrivati a febbraio l'M5snon ha ancora un nome su cui scommettere.

 

Il vero capolavoro è del centrodestra. Oggi, con una nota congiunta, Salvini, Meloni e Berlusconi hanno presentato il loro candidato: Guido Bertolaso. Bertolaso, però, tra i candidati del centrodestra non sarà l’unico a scendere in campo. Ci saranno anche Alfio Marchini e Francesco Storace. Il centrodestra ha scelto di non fare le primarie. E mai come in questo caso la scelta potrebbe essere suicida, con tre candidati che presidieranno lo stesso bacino politico. La profezia rischia di essere facile. Chi di non primarie ferisce, di non primarie perisce.

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