Angelino Alfano con Matteo Renzi (foto LaPresse)

Passeggiate romane

Perché sulle unioni civili Ncd non romperà con Renzi

Redazione
Nonostante le minacce, il partito di Alfano non metterà in crisi il governo. Intano il premier studia come conquistare gli elettori delusi del Movimento 5 stelle dopo l’uscita di Grillo sulla stepchild adoption.

Senz'altro, sulle Unioni civili non sarà crisi tra Nuovo centrodestra e Matteo Renzi. Lo sa bene Angelino Alfano, anche se non lo dice. Lo dice, invece, pubblicamente la ministra della Salute Beatrice Lorenzin. Che con la sua uscita, è vero, ha provocato i mugugni di una fetta del Ncd. Ma la sua dichiarazione fa capire chiaramente che chi sta al governo e lavora con il presidente del Consiglio non ha intenzione di mollarlo. Del resto, vociferano che sia lo stesso per l'Udc. Quando il segretario Lorenzo Cesa ha minacciato addirittura la crisi di governo sulla stepchild adoption non gli ha creduto nessuno perché il ministro dell'Ambiente Galletti, proprio nelle stesse ore, rassicurava la maggioranza.

 

Dunque, niente crisi con i centristi sulle Unioni civili. Ma la crisi potrebbe arrivare, sebbene non adesso, sull'Italicum. Infatti, se Angelino Alfano avesse ascoltato in questi giorni Matteo Renzi avrebbe avuto di che preoccuparsi. Ai colleghi del Nuovo centrodestra il ministro dell'Interno ha sempre fornito ampie assicurazioni: la legge elettorale verrà modificata prima delle politiche, così Ncd potrà decidere se buttarsi a destra con quel che resta di Forza Italia, oppure se rendere organica la sua alleanza con il Partito democratico. Peccato che il presidente del Consiglio si esprima così sull'Italicum: "Questa nuova legge elettorale funzionerà, anzi dobbiamo attrezzarci in vista delle elezioni tenendo a mente come è fatto l'Italicum, perché questa volta è il partito che ha il premio di maggioranza, e non la coalizione. Del resto, è proprio sulla base del principio della vocazione maggioritaria che è nato il Pd". Con buona pace di chi vorrebbe mantenere il suo potere.

 

E a proposito di campagna elettorale, la nuova mission di Matteo Renzi è quella di conquistare almeno una fetta dell'elettorato del Movimento cinque stelle. "Dobbiamo convincerli a votare per noi", ripete spesso negli ultimi giorni. Ed è esattamente per questa ragione che quella che a tanti osservatori, commentatori e opinionisti è sembrata una grande mossa politica di Beppe Grillo (il dietrofront sulla legge delle Unioni civili) si e tramutata in una sorta di boomerang. E’ vero, l'elettorato di destra dei cinque stelle (che c'è e rappresenta una fetta notevole di quanti votano i grillini) è contrario alla stepchild adoption come dicono i sondaggi, ma i militanti sono infuriati. La sinistra che si è rivolta al "Movimento cinque stelle" non è affatto d'accordo. Per questa ragione il presidente del Consiglio è convinto che Grillo pagherà " un dazio elettorale".

 

[**Video_box_2**]In tutto ciò Matteo Renzi sta già facendo avviare la macchina della campagna elettorale per il referendum confermativo della riforma costituzionale. "Non sarà un plebiscito perché io dico che me ne vado se perdo. Il mio annuncio non è fatto apposta per indire una votazione pro o contro di me. Siccome questa riforma l'ho fatta io, se non piace al popolo italiano, significa che devo abbandonare la poltrona. Questa si chiama etica della responsabilità".