Il presidente del Consiglio Matteo Renzi (foto LaPresse)

Passeggiate romane

Perché il referendum agita soprattutto Renzi e i grillini

Redazione
C'è chi ritiene che la decisione del premier di trasformare il referendum confermativo sulla riforma costituzionale in una sorta di plebiscito su di lui possa essere un errore. In realtà c'è un calcolo ben preciso dietro queste parole del presidente del Consiglio.

C'è chi ritiene che la decisione di Matteo Renzi di trasformare il referendum confermativo sulla riforma costituzionale in una sorta di plebiscito su di lui possa essere un errore perché tutti quelli che si oppongono a questo governo ne approfitteranno per votare contro. Quale migliore occasione di questa, dal momento che il presidente del Consiglio ha annunciato che se la riforma non passa lui se ne va a casa? In realtà c'è un calcolo ben preciso dietro queste parole del premier. Il timore fondamentale è quello che non vada abbastanza gente a votare, soprattutto perché la chiamata alle urne per il referendum avverrebbe a pochi mesi dalle amministrative e, ultimamente, si sa, gli italiani sono alquanto restii a recarsi ai seggi. E’ noto che questo referendum non ha bisogno del quorum, ma certo se andasse a votare poca gente equivarrebbe a una sconfitta di Renzi, perché significherebbe che il paese è altrove. Perciò il presidente del Consiglio ha deciso di caricare al massimo il significato politico di questo referendum. Ciò attirerà più gente nelle urne.

 

Sì, perché a preoccupare lo stato maggiore del Partito democratico, sempre appresso ai sondaggi, non è il risultato che uscirà dalle urne il prossimo ottobre. Quello, stando a diversi istituti, sarà favorevole al sì. Mentre sulla percentuale dei votanti alcuni sondaggi rivelano dati più allarmanti. Perciò va benissimo se i comitati del no si daranno da fare, se i vari Rodotà, Zagrelbesky e Scalfari tuoneranno contro la democratura. Anche quello è un modo per attirare la gente alle urne.

 

E’ un progetto troppo ambizioso? Forse. Ma intanto se Matteo Renzi riuscisse a far raggiungere al referendum una percentuale di partecipanti pari a quella che serve per dare il quorum ai quesiti referendari abrogativi, sarebbe per lui un grande successo.

 

[**Video_box_2**]C'è troppa ambizione anche nel dare per scontato un risultato positivo del referendum? Forse si. Forse no. Ci sarà una ragione se i grillini stanno meditando se buttarsi o meno in una campagna referendaria contro Renzi. Difendere davanti ai loro elettori il Senato così com'è, opporsi alle ragioni di chi dirà “abbiamo più che dimezzato i senatori”, per gli uomini del Movimento cinque stelle sarebbe difficile. E inoltre: conviene ai grillini, che iniziano a dare i primi segni di cedimento (il caso Quarto insegna) intestarsi una sconfitta elettorale, tanto più se è vero, come si vocifera, che dopo una vittoria al referendum Renzi vorrebbe subito passare all'incasso, andando alle elezioni politiche nella primavera del 2017?