Matteo Salvini (foto LaPresse)

Salvini ci spiega perché comincia la fase due della Lega di governo

Salvatore Merlo
“Vedrete più spesso Zaia e Giorgetti in tv. A Milano chi si candida? C’è tempo fino a febbraio. Ma tutto tranne Lupi” - di Salvatore Merlo

Roma. “No, guardi, Maurizio Lupi non sarà mai candidato sindaco di Milano. Glielo dico io. Dia retta”. Eppure a Roberto Maroni, Lupi piace. E piace anche a Silvio Berlusconi. “Lupi è il capogruppo di Ncd, il partito che sostiene il governo Renzi cioè il governo che ammazza l’Italia. Ncd è anche il partito che ha contribuito a tagliare i fondi a Milano. E noi dovremmo sostenere un candidato sindaco di Milano che toglie soldi alla città nella quale lo presentiamo? Non funziona”. E come si spiega la contraddizione, per la Lega, di aver Ncd alleato in Lombardia, in un patto di governo che è stato riconfermato da Maroni appena pochi giorni fa? “Mettiamola in questo modo: dove loro governano con noi da prima, nulla questio. Ma nuovi accordi mai più”. E insomma, dice Salvini, quell’alleanza è precedente alla sua presa del potere nel partito. E non ci si può far niente.

 

Alfano e Ncd sono diventati un oggetto di campagna elettorale per il segretario della Lega. Irrinunciabile. Si guadagnano molti voti ad attaccare Alfano? “Alfano è il peggior ministro dell’Interno della storia repubblicana. Forse il peggiore dall’unità d’Italia. Se ce ne liberiamo è un favore alla nazione, non solo alla Lega”. Va bene. Niente alleanze, dunque. Ma neppure niente candidature a Milano. Par di capire che tutto sia ancora in altissimo mare: non c’è un nome da spendere, non c’è un’idea chiara e non c’è nemmeno una coalizione definita. “Ma non c’è nemmeno fretta. Non è vero che il tempo è poco”, dice Salvini. Non è quello che dicono in Forza Italia. “Prima di febbraio il centrosinistra non avrà un candidato. Dovranno fare le primarie. E voglio vedere che casino ne viene fuori. Inoltre prima che il Movimento 5 Stelle decida un suo candidato, passerà almeno un anno. Come vede, non c’è fretta”.

 

L’8 novembre è il giorno del “Blocca Italia”. La grande manifestazione leghista. “Non è una giornata di blocco, ma una giornata di liberazione. Cominceremo il 6 novembre, con iniziative in tutte le province d’Italia, dal nord al sud. A Milano offriremo benzina a prezzo di costo. In Sicilia sosterremo i coltivatori costretti dall’Europa a mandare al macero le loro arance. A Como saremo al fianco dei frontalieri. Poi l’8  ci sarà una grande manifestazione a Bologna per mandare a casa Renzi”. Ma al Cavaliere l’idea non piace. “L’idea di mandare a casa Renzi? In effetti ogni tanto gli scappa di votare a favore del governo”. Non gli piace l’idea del ‘bloccare’. “Ma noi non vogliamo bloccare l’Italia. Vogliamo bloccare Renzi. E visto che Forza Italia non sostiene il governo – o almeno così dice – dovrebbe partecipare anche Forza Italia”.

 

Eppure Berlusconi pare faccia un’altra manifestazione l’8 novembre, in contemporanea. A Firenze. “Spero non sia vero. Io Berlusconi lo aspetto a Bologna. Se poi lui non vorrà venire, e sarà a Firenze, vorrà dire che conteremo le presenze”. Cioè? “Io a Bologna mi aspetto centinaia di migliaia di persone. Se poi lui vuole invece fare un’iniziativa condominiale a Firenze, che ci posso fare? Contento lui”. I sondaggi dicono che Forza Italia ha superato di nuovo la Lega. “Sempre meglio credere ai voti che ai sondaggi”.

 

[**Video_box_2**]Però dicono che Salvini stia cambiando strategia, proprio per effetto dei nuovi – non esaltanti – risultati nelle rilevazioni di voto: meno televisione, meno aggressività. “Guardi che lunedì ero a La7 e stasera sarò a Matrix su Canale 5. Altro che meno tivù”. E meno aggressività? “Io non mi metto la cravatta e né cambio grammatica”. E insomma il prodotto, dice Salvini, funziona. E non c’è ragione di cambiarlo. “Chiederò il sacrificio di Zaia e di Giorgetti. Questo sì”, dice. Che vuol dire? “Penso sia importante che in tivù si veda più spesso la Lega che ben governa”. Ecco. Allora qualcosa sta per cambiare, in effetti. “Noi abbiamo trecento sindaci che riescono a far funzionare bene i loro comuni malgrado i tagli imposti da Renzi. Il problema è che la tivù spesso non accetta gli amministratori locali. E sbaglia. Noi insisteremo. Gli amministratori locali sono la forza della Lega. Abbiamo una straordinaria classe dirigente. Ci sono sindaci, consiglieri comunali e regionali eccezionali nella Lega”. Qualche esempio? “Lucia Borgonzoni a Bologna, Riccardo Molinari ad Alessandria, Roberto Marcato a Padova, Edoardo Rixi in Liguria… e sto facendo un torto a tutti quelli che non riesco a citare”. Allora è un po’ vero che Salvini si farà da parte. Meno televisione, più spazio alla Lega di governo, quella di Maroni e Zaia. “Faccio l’allenatore e sono contento della squadra, che è forte. Non come il mio Milan”. E siamo tornati a Berlusconi. “Anche lui dovrebbe fare l’allenatore”. Invece vuol giocare. “Eh”.

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  • Salvatore Merlo
  • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.