Il movimento è come il jazz: l'M5s spiegato ai finlandesi

Marianna Rizzini
Il comico agli ambasciatori dei paesi nordici, che l’hanno trovato moderato, ha spiegato l’inspiegabile: “Ne faccia parte, del Movimento, poi capirà, bisogna entrarci, per capire”.

Roma. “Il Movimento è come il jazz, non si può spiegare”, dice Beppe Grillo in Senato durante la conferenza stampa sul reddito di cittadinanza, e a quel punto si sente in streaming un brusio. Che dice? Che c’entra? C’entra, perché in questo suo autunno ancora da patriarca dei Cinque Stelle, pur promuovendo sempre più la prima fila altrui (vedi Luigi Di Maio), Grillo ha visto a pranzo alcuni ambasciatori dei paesi nordici, e siccome loro l’hanno trovato moderato rispetto alle immagine viste in tv, lui ha spiegato ai finlandesi l’inspiegabile: “Ne faccia parte, del Movimento, poi capirà, bisogna entrarci, per capire”.

 

E anche l’accorata presentazione della proposta di legge sul reddito di cittadinanza (sottotitolo “ridare dignità a 9 milioni di italiani”) dev’essere come il jazz che non si può spiegare ma soltanto “sentire”, se i relatori a Cinque Stelle a un certo punto devono ricorrere a frasi come “la mancanza di reddito di cittadinanza ha provocato la povertà” (?) o a immagini di sicuro impatto emotivo presso le platee internettiane (l’onorevole di M5s Daniele Pesco, che quasi pare un curato per tono amorevole e caritatevole, descrive il futuro salvifico avvento degli “ideatori”, persone alacremente impegnate nei “nuovi centri per l’impiego”, l’antidoto alle agenzie interinali che sono “caporalato”, secondo Grillo). E quell’esercito di ideatori dovrà pensare e far partire nuove imprese, ed è tutto bello, tutto bellissimo, nella descrizione a Cinque Stelle del mondo post-reddito che in decrescita felice si riprende grazie alla “leva economica” di quel denaro che aiuta soltanto chi ha davvero bisogno (frase-slogan di Di Maio: “C’è chi sta parlando di bad bank per salvare le banche e chi sta parlando di una legge per salvare le persone”).

 

[**Video_box_2**]Ed è tutto anche a prova di ladro, figurarsi se i Cinque Stelle non ci pensavano (“abbiamo pensato a tutto”, dicono, e abbiamo “creato” un nuovo reato”, dice Pesco, il “reato di falso in reddito di cittadinanza”). E quando l’amara realtà cala sotto forma di domande dei cronisti – scusate, ma visto che oggi non è stata calendarizzata, la proposta di legge, in Senato, la farete entrare in finanziaria? Vi alleerete poi con Sel e minoranza Pd?  – i Cinque Stelle con il Grillo patriarca di nuovo ridente non abbandonano neanche per un attimo la bolla ottimistica in cui per qualche ora si sono rinserrati: la legge di stabilità può essere “un’occasione”, aveva detto Luigi Di Maio, e a quella frase ci si ci vuole fino alla fine ancorare (“l’Italia potrebbe crescere di 2 punti percentuali il prossimo anno…”, se si approvasse la legge, è il mantra). Così si presenta agli astanti la proposta di legge (anche automotivazionale) a Cinque Stelle: come una specie di apostrofo rosa tra la parole “reddito” e la parola “cittadinanza”, e meno male che c’era Grillo a smitizzare il tutto con la storia del M5s spiegato alla Finlandia.

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.