Il presidente del Consiglio Matteo Renzi (foto LaPresse)

Renzi, Verdini e il mini Nazareno che farà comodo a tutti

Claudio Cerasa
Perché l'avvicinamento tra il premier e l'ex parlamentare di Forza Italia soddisferà chiunque dal governo all'opposizione (Cav. compreso) - di Claudio Cerasa

Non lo potrà ammettere nessuno, non lo potranno riconoscere né gli amici né i suoi avversari, non lo potrà confessare nessun gruppo parlamentare, ma la verità è che l’avvicinamento morbido tra il pianeta del premier Renzi e il satellite del nostro amico Verdini rende tutto più semplice e lineare, e rende soprattutto più allegri, ci verrebbe da dire sereni, sia chi beneficerà dei voti in Parlamento del nuovo gruppo sia chi invece farà finta di essere indignato e tragicamente disperato. La nascita ormai imminente del mini Nazareno permetterà a Renzi di avere i numeri giusti alla Camera e soprattutto al Senato per fare in piccolo quello che avrebbe voluto e potuto fare in grande con Berlusconi, se il patto del Nazareno non fosse stato affossato dalla scelta di Sergio Mattarella come presidente della Repubblica, ma allo stesso tempo permetterà a tutti coloro che oggi mostrano disapprovazione per la mini scissione in Forza Italia di trarre insospettabili benefici politici.

 

Sarebbe semplice dire che un mini Nazareno conviene alla floscia ideologia grillina per avere una scusa buona per rimettere in moto l’intestino e per convincere i lettori del blog a Cinque stelle che è tutto un magna magna, che destra e sinistra sono la stessa cosa, che il Pd è un Pdl senza la l, e altri rumori di stomaco. Sarebbe facile dire che l’arrivo del satellite verdiniano nell’orbita renziana è un assist mica male per la sinistra con i piedi d’argilla del Pd, che non riuscendo a trovare una chiave per declinare la propria identità politica grazie alla nascita del nuovo mini Nazareno potrà tornare alle origini e indicare una via di successo sicura: smacchiare il giaguaro del Nazareno (strategia, come si sa, in passato già foriera di formidabili successi). Sarebbe facile infine dire che la certezza che il governo, forte del nuovo sostegno, avrà una vita più lunga rispetto a quella ipotizzabile sia una notizia da sballo per gli arci nemici di Renzi, per i Landini, i Civati, i Fassina, e gli altri campioni della brigata Kalimera, che avendo bisogno ancora di un po’ di tempo prima di organizzare la loro illusionistica Piazza Syntagma non possono che rallegrarsi dal non dover essere costretti ad ammettere con troppo anticipo che l’unica alternativa alle grandi coalizioni di governo, in questa fase storica, non è un’altra Europa con Tsipras ma è un’altra Europa con la Troika. Si potrebbe dire tutto questo, e si potrebbe andare avanti per ore, ma nelle prossime settimane, alla fine, colui che più di tutti potrà beneficiare della nuova geometria governativa sarà chi oggi mostra maggiore delusione e rammarico rispetto alla scelta dell’amico Denis: il Cav.

 

[**Video_box_2**]L’amarezza di Berlusconi è comprensibile ed è giustificabile di fronte a un partito che non ha la forza di tenere insieme le sue anime politiche e i suoi gruppi parlamentari. Alla lunga però il nuovo mini Nazareno potrebbe essere (sarà) una manna per Berlusconi. E non solo perché permetterà al Cav. di poter dire, nel caso in cui Renzi dovesse ottenere qualche successo, “che senza i nostri voti non sarebbe mai stato in grado di fare nulla”, ma anche perché la durata del governo, come si sa, è direttamente proporzionale alle possibilità di far nascere un progetto di centrodestra che sappia emanciparsi dall’Italia dei due Matteo – perché ovviamente più dura il governo è più possibilità hanno i due Matteo di logorarsi. Il patto del Nazareno, come sa chiunque abbia un occhio attento alle dinamiche parlamentari, negli ultimi mesi al Senato ha continuato a materializzarsi tutte le volte che la maggioranza di governo si è trovata con i numeri in bilico – e Dio sa quante volte i senatori di Forza Italia hanno scelto di uscire dall’Aula, ops, per abbassare il numero legale ed evitare di far crollare il governo. Con l’arrivo del nuovo satellite tutto è più chiaro e lineare. Sapendo perfettamente che quando si deciderà di andare a votare, lì nel centrodestra, sarà sufficiente uno sguardo d’amore per tornare insieme e scurdasse o passat.

  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.