La Cancelliera tedesca Angela Merkel (foto LaPresse)

L'umanità della Merkel spiegata a Gramellini

Mario Sechi
Merkel va in tv, risponde alle domande di un gruppo di bambini. Prende la parola una bimba palestinese. Racconta che dovrà lasciare la Germania. La bimba è deliziosa, la cancelliera spiega che la politica a volte è dura, ci sono regole. La bimba piange e Merkel la abbraccia.

Merkel va in tv, risponde alle domande di un gruppo di bambini. Prende la parola una bimba palestinese. Racconta che dovrà lasciare la Germania. La bimba è deliziosa, la cancelliera spiega che la politica a volte è dura, ci sono regole. La bimba piange e Merkel la abbraccia. Bene, questo episodio sui giornali diventa un chiodo per appendere il quadro sulla cancelliera-mostro. Leggo Massimo Gramellini su La Stampa: “Non si pensi che l’umanità rattrappita della cancelliera sia una prerogativa teutonica, anche se nascere a certe latitudini aiuta”. I lettori del Foglio possono farsi un’idea precisa dell’accaduto guardando il video.

 

 

Quanto “all’umanità rattrappita” di cui parla Gramellini, forse è il caso di documentarsi. In Germania abitano oltre 7 milioni di stranieri. Nel 2013 in Germania 16,5 milioni di persone hanno alle spalle una storia familiare di immigrazione. Nello stesso anno la Germania ha toccato il record di immigrazione negli ultimi vent’anni: 1.226.000 persone. Il dato più alto dal 1993. I bambini stranieri nati in Germania possono scegliere la cittadinanza tedesca. Quelli nati in Italia no. Tra il 2000 e il 2012 circa 9 milioni di bambini sono nati in Germania e di questi 460 mila sono diventati cittadini tedeschi nati da genitori stranieri. Ha ragione Gramellini, “nascere a certe latitudini aiuta”. Solo che ha sbagliato nel puntare il sestante.

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