Elsa Fornero (foto LaPresse)

Le catene della destra

Se il Partito repubblicano (italiano) soffre già di amnesia sulle sue riforme

Renzo Rosati
E se la più degna di figurare nel partito repubblicano all’americana vagheggiato dal Cavaliere fosse proprio lei, Elsa Fornero?

Roma. E se la più degna di figurare nel partito repubblicano all’americana vagheggiato dal Cavaliere fosse proprio lei, Elsa Fornero? Mentre il centrodestra si compatta dietro la sentenza della Corte costituzionale sulle pensioni, in quanto ovviamente “le sentenze si rispettano e si applicano integralmente”, l’ex ministro del Lavoro di Mario Monti non si sottrae al politicamente scorretto e al delitto di lesa Consulta. E dunque sullo sfondo dello skyline di Manhattan (uno pensa: non casualmente) attacca “un verdetto incomprensibile che rischia di far pagare il conto alle giovani generazioni”. I repubblicani americani non esitarono, nel 2013, a minacciare il default degli Stati Uniti se l’Amministrazione Obama non avesse messo un tetto al debito pubblico, con tanto di ipotizzati licenziamenti tra gli impiegati federali e tagli alla spesa sociale: altro che indicizzazioni. Ma oggi la linea di quello che dovrebbe essere il nostro Grand Old Party pare più ispirata dal Codacons, dalla Uil di Carmelo Barbagallo, dalla Cgil di Susanna Camusso. E la memoria è fatalmente traballa. Renato Brunetta si inalbera moltissimo (eufemismo) quando gli ricordano certe cose, ma ora che si è issato sulla linea del “rimborsare tutto, rimborsare tutti” dovrebbe pur sapere che a dicembre 2011 il Salva Italia, con dentro la riforma delle pensioni, lui lo votò, e non con la pistola alla tempia.

 

Voto motivato, quello dell’allora ex ministro della Pubblica amministrazione e non ancora capogruppo di Pdl e Forza Italia: “Se lo spread torna a 200 punti, Monti ha vinto”, disse. “Ma il suo piano è in continuità con le nostre manovre. Anzi, lui incide per 30 miliardi, noi dal 2008 per 265. Nove decimi del lavoro l’abbiamo fatto noi”. E mentre Silvio Berlusconi invitava il premier bocconiano a mettere la fiducia, da lì a poco (aprile 2012) il Pdl, con la vicecapogruppo alla Camera Isabella Bertolini, avrebbe difeso la Fornero dagli attacchi della Cgil anche sulla riforma del lavoro: “Servono regole nuove e il governo vuole coniugare flessibilità e tutele”. La Cgil non ha certo cambiato idea; e oggi sulla sua linea converge Matteo Salvini, con quella Lega che scoprì le partite Iva e oggi vuole il referendum per abolire proprio la riforma pensionistica della Fornero, appoggiato dalla Camusso, bocciato lo scorso gennaio dalla Corte costituzionale, ma a sua volta sbocciato in ammiccamenti reciproci culminati nella “comprensione” della leader della Cgil espressa in Veneto per chi alle regionali non voterà per Alessandra Moretti contro Luca Zaia.

 

[**Video_box_2**]Eppure la Lega è pur sempre il partito di Roberto Maroni che nel 2004, da ministro del Welfare, introdusse lo scalone che innalzava da 57 a 60 anni l’età minima della pensione, per arrivare a 65 nel 2008. Scalone abbattuto nel 2008 da Romano Prodi, un pedaggio appunto alla Cgil e costato 10 miliardi: la storia come si vede si ripete, ma non insegna. E sempre a proposito di stile “no-nonsense” da repubblicani americani – cioè sfida alla popolarità facile, com’è pure l’austerity benedetta dal voto dei conservatori inglesi – si potrebbe ricordare che qui il vincolo costituzionale del pareggio di bilancio fu introdotto nel 2011 da Giulio Tremonti, per irrobustire l’articolo 81 sull’obbligo di coprire le spese con altrettante entrate: “Ma che – disse il ministro dell’Economia – così non ha funzionato, siamo arrivati a essere il terzo o quarto debito del mondo, e non basta emettere titoli se i mercati non te li comprano”. E, tornando a Brunetta, anche le sue benemerite norme contro l’assenteismo degli statali dovettero passare le forche caudine delle accuse di incostituzionalità. Dunque: che fine ha fatto quello spirito un po’ reaganiano, iconoclasta di vecchie morali e consociativismi, e che certo non si faceva dare la linea da pur paludatissime sentenze?