Dante, Renzi e il partito liquido. Il pagellone fogliante alla settimana politica
Dinanzi al fiume di retorica che inevitabilmente circonda celebrazioni di Dante Alighieri come quella di lunedì in Senato, ci è tornata in mente una considerazione (di cui non riusciamo a ricordare la fonte) secondo cui gli autori maggiori delle diverse letterature europee esprimono sempre un singolare contrasto con il carattere nazionale. Si pensi al sentimentalismo del tedesco Goethe, all'ironia distaccata e tollerante dello spagnolo Cervantes, alla passione travolgente dell'inglese Shakespeare. E, per l'appunto, al tormento interiore, alla passione politica e all'intransigenza morale dell'italiano Dante. Un contrasto con il carattere nazionale che spiega i suoi insuccessi politici, non meno di quanto spieghi l'attuale successo di Matteo Renzi. Per dirla con le parole di un autorevole studioso - tanto di Renzi quanto di Dante - come Claudio Giunta: "Uno fa fatica a immaginarselo, la sera, nel salotto di casa, con la testa tra le mani, incerto su ciò che dovrà fare o dire l'indomani". Voto: 8 (a Dante, s'intende, e pure a Giunta).
Visto il successo dello sciopero dei lavoratori della scuola, il governo ha riaperto il dialogo sulla riforma. È presto per dire come finirà, ma se l'unico risultato della mobilitazione sindacale fosse la fine della retorica sul coinvolgimento dei cittadini via e-mail, sarebbe già un grande risultato, per l'educazione dei nostri figli e anche dei nostri politici. Voto: 7
Secondo Renato Brunetta, l'approvazione definitiva della nuova legge elettorale, sancita dal voto finale di lunedì alla Camera, si rivelerà per il governo una "vittoria di Pirro". Che è sempre meglio di una sconfitta da pirla. Voto: 3
Barack Obama ha voluto rendere omaggio a David Letterman, che dopo trentatré anni si appresta a lasciare la televisione. Ospite del suo show, il presidente, anch'egli vicino al termine del suo incarico, ha ricordato quanto abbia contato per tanti cittadini sapere che al ritorno da una dura giornata di lavoro ci sarebbe stato qualcuno pronto a regalare loro un po' di allegria e di risate. Ascoltandolo, non abbiamo potuto fare a meno di pensare che in Italia questo sarebbe stato, semmai, l'omaggio del conduttore al capo del governo. Voto: 6
All'indomani delle devastazioni dei black bloc al corteo anti-Expo, e delle parole di Matteo Renzi contro quelli che ha definito "figli di papà con il rolex", è comparsa sui quotidiani la lettera aperta dell'amministratore delegato della Rolex Italia. Lettera in cui si faceva acutamente notare al presidente del Consiglio come "dalla qualità delle foto e dei video" fosse "altamente improbabile poter desumere un'affidabile identificazione come ROLEX (e ancor più, come ROLEX autentico) dell'orologio indossato dai facinorosi". Con l'occasione, il manager non mancava peraltro di ricordare al capo del governo che "la parola ROLEX costituisce un marchio celebre registrato" e che di conseguenza "il suo utilizzo in caratteri minuscoli ed in forma sostantivata generica non risponde a correttezza ed è suscettibile di diluire e pregiudicare il suo valore e la sua distintività". Voto: 7 (a Renzi, per solidarietà)
Lo spettacolo dei parlamentari grillini che si autointercettano nelle riunioni e mettono le registrazioni su un sito al grido "la trasparenza andrà di moda" dimostra tutto quello che c'è da dimostrare su Grillo, sui grillini e su dove si va a finire inseguendo la demagogia paranoide della trasparenza e dell'antipolitica a tutti i costi. Ci auguriamo che serva di lezione, almeno agli altri partiti. Voto: 1 - -
[**Video_box_2**]Giuseppe Civati ha infine lasciato il Pd. Dopo avere preso il 14 per cento alle primarie per la segreteria del partito, nemmeno due anni fa, ne è uscito da solo. Dal partito liquido alle correnti liquefatte per leader che si auto-liquidano. Una volta si sarebbe detto: occorre una riflessione. A questo punto, però, temiamo serva più che altro un bagnino. Voto: 6 (per il coraggio)
Giusto all'indomani dell'addio di Civati, il ministro Maria Elena Boschi ha annunciato al Corriere della sera l'intenzione di promuovere una legge sul conflitto di interessi. Voto: 7 (per la cattiveria)
Come era già accaduto con le elezioni in Israele, e prima ancora in Italia, anche in Gran Bretagna il passaggio dai sondaggi ai voti reali ha rappresentato un brusco risveglio per la sinistra. Una costante che suggerisce un dubbio piuttosto inquietante: che i sondaggisti sappiano effettivamente di cosa parlano, e ci si divertano pure. Voto: Labour.
Tre ex direttori e diversi giornalisti dell'Unità hanno denunciato di essersi ritrovati a rispondere personalmente di querele e cause civili di cui nessuno li aveva informati, anche per la parte spettante alla società editrice, che è in liquidazione (il giornale è chiuso dall'agosto 2014). Chiamato in causa come ex editore, Renato Soru, attualmente parlamentare europeo del Pd, ha spiegato al Corriere della sera di essere caduto dalle nuvole e di avere chiamato il giorno stesso l'avvocato che ha seguito l'intera vicenda, portato all'Unità proprio da lui. Domanda l'intervistatore: "Quindi nemmeno il suo avvocato di fiducia l'ha mai avvertita di ciò che stava accadendo?". E lo sventurato risponde: "Credo abbia voluto risparmiarmi l'ennesimo dispiacere". Voto: 2 (a lui, al suo avvocato e al partito che, dopo avergli causato tanti dispiaceri, lo ha pure candidato al Parlamento europeo)
Antifascismo per definizione
Parlare di patria è paccottiglia nostalgica e un po' fascista? Non proprio
cortocircuiti Nimby