Matteo Renzi, sullo sfondo Silvio Berlusconi (foto LaPresse)

Toh, Repubblica ora rimpiange i bei tempi di Renzi con Berlusconi

Claudio Cerasa
Quando c'era lui non servivano le forzature. Ezio Mauro, le non risposte sull'Italicum e la nostalgia involontaria per il Nazareno.

Apriamo Repubblica stamattina, troviamo il nome di Ezio Mauro nell’articolo di fondo, vediamo che tratta un argomento cruciale come la legge elettorale, lo leggiamo con golosità, arriviamo fino in fondo e non crediamo ai nostri occhi: cioè, ancora niente? Riproviamo ancora una volta, magari ci siamo persi qualcosa, qualche passaggio, e alla fine dell’editoriale scopriamo che niente, ancora niente, non possiamo avere il piacere, da lettori affezionati di Repubblica, di sapere che cosa pensano a Largo Fochetti di questa legge elettorale. Non della fiducia, che vabbè, ma proprio del contenuto dell’Italicum. C’è un golpe in corso? La democrazia è sospesa? Ha ragione Bersani? L’uomo solo al comando distruggerà il paese trasformando l’Italia in una dittatura che farebbe invidia a Mussolini e Pinochet? Ha ragione Zagrebelsky? O, meglio ancora, hanno torto i professionisti dell’appello che chiedono di disarcionare Renzi e di mettere il paese nelle mani di un saggio governo De Monticelli?

 

Rep., si capisce, in realtà non può affrontare con decisione il tema della legge elettorale per la stessa ragione per cui non può affrontare con decisione il tema della riforma del lavoro (su cui Rep. non ha mai preso posizione). E non può farlo per una ragione semplice: come si fa a dire che trattasi di una riforma giusta (lavoro, Italicum) se quella stessa riforma sarebbe stata criticata da Rep con mille post-it e mille girotondi e mille appelli se invece che Renzi fosse stato Berlusconi a farla? Non si può, i lettori non capirebbero, e dunque meglio sorvolare.

 

Su un passaggio invece Mauro non sorvola e centro un punto politico importante: “Perso per strada Berlusconi – scrive il direttore di Rep. – Renzi sembra aver perso anche la politica, sostituita da una continua prova muscolare”. Forse Mauro non sarà nostalgico del patto del Nazareno, diciamo, ma il cuore del vero problema renziano oggi è questo: senza un patto di sistema che allarghi la maggioranza anche alle forze esterne al Pd e alla corrente più fedele del Pd (Ncd) la legislatura ha i numeri per andare avanti ma rischia di fare ogni giorno a botte con tutti. Renzi oggi ha i muscoli e ha la forza per farlo. Ma in questo contesto si gioca sempre sul filo. E senza una maggioranza allargata quel filo rischia di essere giorno dopo giorno sempre più sottile e sempre più pericoloso.

  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.