Aldo Braibanti (Ansa)

Piccola posta

Un forte e grato abbraccio a Gianni Amelio

Adriano Sofri

Il regista porta a Venezia la storia di Aldo Braibanti, il poeta e drammaturgo emiliano, impegnato nella Resistenza, omosessuale, condannato per plagio nel 1968

Tanti anni fa, dieci almeno, Aldo Braibanti era vivo, più che ottuagenario. Scrissi un’ennesima volta di lui. “Come fa un paese a ricordarsi del processo di plagio ad Aldo Braibanti? Un cittadino così: primo fra i coetanei negli studi filosofici, impegnato nella Resistenza, torturato dalla banda Carità, una breve milizia di partito abbandonata per fare di meglio, una competenza di mirmecologo, un talento di poeta e artista, una precoce e lungimirante riflessione ecologista. Un dilettante leonardesco. Cancellato. Lui e i suoi anni di galera”. Aldo Braibanti, il protagonista dell’altro 68, è morto. Di quelli che non si disonorarono, sono morti Sebastiano Timpanaro, Marco Pannella, Piergiorgio Bellocchio. Teresa Mattei e Franca Rame. Ancora un po’, e non sarebbe rimasta anima viva. Dunque mando un forte e grato abbraccio a Gianni Amelio.

Di più su questi argomenti: