Il presidente sloveno Borut Pahor e Papa Francesco il 7 febbraio (Ansa) 

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Il Papa ha ricevuto, per la quarta volta, il presidente sloveno

Adriano Sofri

Lunedì ricorrevano i trent’anni dallo stabilimento di rapporti diplomatici fra la Santa Sede e la Slovenia. Francesco ha ricordato il gran colpo di Borut Pahor e Sergio Mattarella che si sono tenuti per mano davanti al monumento alla Foiba

Siccome ricorrevano i trent’anni dallo stabilimento di rapporti diplomatici fra la Santa Sede e la Slovenia, lunedì il Papa Francesco ha ricevuto, per la quarta volta, il presidente sloveno Borut Pahor (pronunzia raccomandata: Pacor). Della cronaca dell’evento trascrivo un dettaglio importante e tempestivo: Francesco si è congratulato con Pahor per la visita ai due monumenti di Basovizza/Basovica compiuta, nel luglio 2020, con il presidente Mattarella. Francesco ha ricordato che in quella circostanza i due presidenti, andando oltre il protocollo, si erano tenuti per mano, prima davanti al monumento alla Foiba, poi davanti al monumento ai Quattro giovani triestini di lingua slovena condannati a morte nel 1930 dal Tribunale speciale. Si erano tenuti per mano, in tempo di pandemia e di distanza: gran colpo, e gran sconfessione delle pose maschie. 

E buon viatico al reciproco riconoscimento nel giorno del ricordo. Lo scorso 21 gennaio, completando una procedura avviata nell’agosto 2021, il monumento ai Quattro antifascisti della Borba-Tigr fucilati a Basovizza è stato dichiarato dal ministero della Cultura “bene di interesse culturale”. Il prossimo auspicabile passo sarà il riconoscimento di monumento di interesse nazionale.