Giorgio Parisi festeggia all'Accademia dei Lincei il Nobel per la fisica (LaPresse) 

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Il Nobel a Giorgio Parisi e le delizie del linguaggio scientifico per i profani

Adriano Sofri

"Vetri di spin", "sistemi frustrati", "turbolenze in aria chiara": potrebbero essere il titolo di un romanzo, di qualunque argomento. Poi in un'intervista si sente il fisico italiano parlare di due argomenti essenziali: l’uovo e la gallina, e la favola della ricottina

L’entusiasmo per il Nobel a Giorgio Parisi mi ha spinto a leggere alla rinfusa su lui e le sue ricerche, rassegnato a non afferrarne se non qualche vago contorno, ma ricordando che il linguaggio scientifico riserva ai profani delizie squisite. Per esempio: “I vetri di spin e in generale la materia granulata sono esempi di sistemi frustrati” (così nel bel pezzo del Post sul premio a Parisi). Tanti anni fa, durante un viaggio in aereo, ascoltai dalla voce del capitano l’avvertimento che stavamo per incontrare “turbolenze in aria chiara”, e da allora mi propongo di scrivere un romanzo che si intitoli così, “Turbolenze in aria chiara”: non ho deciso l’argomento, potrebbe essere qualunque. Come i sistemi frustrati, del resto. Poi ho trovato, riportata sul Corriere, l’intervista che Tommaso Labate e Massimo Cervelli hanno fatto a Parisi in radio, alla vigilia del Nobel. Là il grande fisico passava attraverso due argomenti essenziali: l’uovo e la gallina (con preferenza dichiarata per l’uovo oggi) e la favola della ricottina. In sostanza: meglio il Nobel oggi, prima che la ricottina cada giù. Viva Parisi. 

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