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piccola posta

La parabola di Salvini, che chiama i suoi corresponsabili

Adriano Sofri

Non grande dittatore, ma caporale di giornata. Disobbedirgli non sarebbe costato tanto, ora lo additano come autore unico della chiusura dei porti

C’è il mare e il cielo aperto e la terraferma, fuori dai tribunali. Salvini ministro vantò, con la iattanza di un maramaldo, di chiudere porti e tenere naufraghi a galleggiare per gli spettatori, e di far ballare alla sua corda un intero governo. Imputato, pietisce l’immunità in nome della collegialità, chiamando i suoi zimbelli in correità dunque in innocenza. Tale è l’uomo.

 

 

E i colleghi? Votano per la sua imputabilità, lo additano autore unico e personale, balbettano che è stato lui. Nel loro piccolo, piccolissimo, si mostrano in tempo di pace come quegli ufficiali di ogni grado che in tempi di fuoco hanno solo obbedito agli ordini. Con la differenza che gli ordini a loro non venivano dal grande dittatore ma da un caporale di giornata destinato a restare tale, e che disobbedire sarebbe costato tutt’al più un cambio del biglietto da visita. E’ tutta qui, la questione delle navi, di Salvini, e degli altri.

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