La cimice marmorata asiatica (Ansa) 

Piccola Posta

Marmorata asiatica

Adriano Sofri

I contadini curdi alle prese con i disastri causati dalla cimice ben nota qui da noi

Ieri l’agenzia curdo-irachena di Erbil, Rudaw, aveva un drammatico reportage sui disastri alle colture di grano provocati dalla cimice cosiddetta marmorata asiatica. Gli agricoltori desolati mostravano i danni degli ultimi due anni, che hanno già indotto molti di loro a rinunciare e cedere i campi ai pastori. Chi vive in campagna, come me, ha visto arrivare le cimici asiatiche, fino a sostituire largamente le cimici verdi, e stabilirsi invincibilmente nelle case. Salve le vere e proprie infestazioni, che ho visto solo in fotografia, un certo numero di cimici abita costantemente le nostre stanze, senza nuocere agli animali umani (a differenza delle rare, benché redivive, cimici “dei letti”, come quella di Majakovskij): fastidiose appena, di notte, per il rumore improvviso del volo e specialmente per l’odore fetido, che è la loro arma di difesa principale.

 

Il guaio è che a volte, nel loro zigzagare notturno attorno a chi legge invece di dormire, finiscono arrostite dentro un lampadario, e allora bisogna spalancare tutto e rifugiarsi fino a domani sul divano di un’altra stanza, chi ce l’ha. In generale si può solo prenderle delicatamente, evitando di schiacciarle – con un qualunque piccolo recipiente, per esempio, meglio che con un fazzolettino di carta – e sloggiarle. Siccome le finestre si aprono tutti i giorni, la manovra reciproca si ripeterà tutti i giorni. Le zanzariere dovrebbero essere davvero a tenuta stagna per impedirlo: la mia osservazione dice che le cimici hanno una predilezione proprio per le zanzariere bianche, per le tende, per il bucato steso ad asciugare, per le lenzuola e i capi sugli attaccapanni e per le pareti chiare – anche per la mia spalla sinistra, chissà perché. Le cimici marmorate sono poco interessanti, per noi che abbiamo visto il coronavirus e varianti, ma le loro peripezie sono affascinanti e i loro danni colossali.

 

Dopo aver devastato buona parte dell’America del nord sono arrivate in Europa nell’inverno 1998 – c’è un tracciamento, vennero da Pechino con un carico di tegole e si insediarono nel Giardino cinese di Zurigo. Il resto lo trovate in rete. In Italia, da Modena 2012 all’Alto Adige- Sud Tirolo di quattro anni dopo, e poi dal Friuli-Venezia Giulia al Piemonte e giù per i rami, hanno mandato in rovina frutteti e colture di cereali, oltre ad attaccare insetti autoctoni preziosi. Dopo aver esitato a lungo a importare insetti asiatici rivali, per paura che il rimedio si rivelasse peggiore del danno, dall’anno scorso si è accolta da noi la Vespa Samurai, Trissolcus japonicus, agguerrita rivale della cimice. Chissà che cosa riusciranno a fare i costernati contadini curdi.

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