(foto LaPresse)

Gli amori resi impossibili dai dpcm

Adriano Sofri

Con la crisi sanitaria molte coppie binazionali hanno avuto difficoltà a ricongiungersi. Un appello al ministro Speranza

Caro Roberto Speranza, vedo che lei ha fatto il liceo scientifico e dunque può darsi che non si sia imbattuto nella poesia attribuita a Properzio, benché troppo cattivante, sull’amore impossibile. “E’ un amore impossibile” – mi dici. / “E’ un amore impossibile” – ti dico. / Ma scopri che sorridi se mi guardi, / e scopro che sorrido se ti vedo…”. Del resto gli amori o sono impossibili o non sono. Però dal proprio prossimo, e soprattutto dai ministri della Salute, ci si aspetta che si adoperi a rendere meno impossibili gli amori vigorosi. C’è una giovane donna italiana che ama un giovane uomo messicano, e i due, sposi promessi, non si vedono da 280 giorni, perché i dpcm non hanno preso in considerazione la condizione delle coppie binazionali non sposate, in cui una o uno dei partner sia cittadino o cittadina di un paese non Schengen. Il problema è stato sollevato da un costituzionalista e padre, Andrea Pugiotto, che ha sottolineato l’incongruità, oltre che la distratta cattiveria, di questa discriminazione.

 

Emma Bonino e altri parlamentari hanno presentato interrogazioni finora senza risposta. Un movimento è sorto, col titolo “L’amore non è turismo”, LoveIsNotTourism: “Chiediamo che il ricongiungimento tra partner non sposati venga considerato una ragione essenziale per l’ingresso da paesi terzi, quindi vista l’Ordinanza del ministro della Salute 28 marzo 2020 – eccetera – che il cittadino non comunitario esibisca un certificato attestante la negatività al Covid-19 mediante un test effettuato non oltre le 72 ore antecedenti al viaggio oppure, in caso di impossibilità a ottenere il suddetto test, si sottoponga a quarantena per un periodo di 14 giorni”. Così hanno già ragionevolmente provveduto i governi di Francia, Germania, Danimarca, Norvegia, Svizzera, Islanda, Austria, Repubblica Ceca, Olanda, Finlandia, Belgio e Spagna. La richiesta è stata caldeggiata dalla Commissione europea e da numerosi europarlamentari di diversi partiti. “Spetta a Lei – conclude la lettera aperta di Pugiotto a Speranza – che è tra i pochi a decidere i contenuti del prossimo dpcm, restituire ragionevolezza a situazioni oggi senza speranza”. Così sia.

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