(foto LaPresse)

Il tempo del Miliardo e delle nuova povertà

Adriano Sofri

Ci sono i poveri che devono decidere se starsene ipnotizzati a guardare quei 172 miliardi come fossero Frecce tricolori, o vergognarsi della propria condizione

Macché Milione di Marco Polo (benché il titolo non fosse suo e non significasse il milione), macché Napoli milionaria, macché Signor Bonaventura: è un’altra Italia. E’ il tempo del Miliardo – e già alle sue spalle fa capolino il Trilione. Ci sono 172 miliardi trattati come se fossero già nel sacco. E 37 miliardi rifiutati da una banda di pervenuti. Poi ci sono i poveri, i milioni di poveri, più che raddoppiati in quattro mesi, secondo qualche calcolo, che devono decidere se starsene ipnotizzati a testa in su a guardare passare tutti quei miliardi come si guardano le Frecce tricolori, o andare fieri di averci sputato sopra, per interposti straccioni rifatti, a quei 37 miliardi, o rispondere all’appello di qualche mobilitatore col forcone. O tenerla bassa, la testa, e vergognarsi della propria povertà, come fanno i poveri.

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