Foto LaPresse

Sognare il pentimento dei salviniani

Adriano Sofri

Nessuna prospettiva di morte: auspico solo una nuova piazza Venezia come quella del 26 luglio del 1943

Dopo che mi sono rivolto a Salvini alla maniera di Salvini, qualcuno ha decretato, o almeno ipotizzato, che, recidivo, mi preparassi a farlo uccidere. Mah. Li rassicuro. Voglio bene a tutti i morti, diceva Michelet, e quanto ai vivi non mi auguro per loro una piazza Loreto, anche perché le piazze Loreto furono due, e prima di quella raccapricciante del 29 aprile 1945 con la gogna dei cadaveri dei fascisti, c’era stata quella raccapricciante del 10 agosto 1944, con il ludibrio dei cadaveri degli antifascisti, e non c’è più posto. Voglio dirvi a che piazza penso io. Sapete che fra il 25 e il 26 luglio del 1943, alla cosiddetta caduta del fascismo, si dice che il selciato si fosse coperto di distintivi del Partito Nazionale Fascista, le “cimici”, frettolosamente tolti dall’occhiello e buttati via. Ecco, io penso a uno dei prossimi 26 luglio con una piazza Venezia tutta lastricata di selfie del popolo italiano con Matteo Salvini.

Di più su questi argomenti: