Giampaolo Pansa (foto Imagoeconomica)

Il baratro visto da Giampaolo Pansa

Adriano Sofri

C’è un governo terrorista, ha detto in televisione, e l’Italia non è sull’orlo del baratro, ma ci è già dentro

Qualche sera fa ho guardato la televisione tenacemente. Ho guardato 8 e ½, che è per me oggetto di interrogativi, perché mi pare che abbia contribuito a spalancare la strada al disastro politico e civile che Gruber e Pagliaro non possono apprezzare, e perciò avevo immaginato che ne evadessero e tornassero in Europa. Però mi ha messo di buonumore una signora di spirito, che si chiama Marianna Aprile e dev’essere famosa, e dice cose intelligenti. Così ho continuato con Formigli e Piazza pulita, aperta da Giampaolo Pansa. C’è un governo terrorista, ha detto, l’Italia non è sull’orlo del baratro, ma ci è già dentro. C’era una certa imbarazzata benevolenza nello studio. Ripresa la parola, Pansa si è augurato che un argine venga da un governo di tecnici sostenuto da militari, e l’imbarazzo si è sciolto. L’aveva sparata così grossa che tutti sono sembrati sollevati, e anch’io, la parte peggiore di me, contenta di essere scampata all’accordo con Pansa. La parte migliore di me, secondo me, si è invece rammaricata di quel risvolto tecnico-militare, perché sul baratro sono piuttosto d’accordo. Sulla questione dell’orlo del baratro o del baratro tout-court i vecchi come Pansa e come me sono piuttosto sbrigativi, non avendo molto tempo per vedere come va a finire, e temono che sia andata già a finire. In studio, Antonio Padellaro ha detto che le cose non stanno così. Ha detto che è solo “intrattenimento”.

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