Addio ad Aldo Loris Rossi, voce decisiva dei radicali

Adriano Sofri

Architetto e urbanista, raccontava la deriva della cultura della quantità infinita e del divorzio dalla natura

Aldo Loris Rossi è morto a 85 anni a Napoli, la sua città (era nato a Bisaccia, nell’osso dell’Irpinia), il 28 giugno. Era un architetto e urbanista, allievo di Wright e di Bruno Zevi. Marco Pannella ne aveva fatto un interlocutore e consulente primario sulle questioni legate al destino delle città, all’ambiente e alla demografia, e Rossi era diventato una voce decisiva della politica e della radio radicali. Spiegava come Napoli sia stretta fra due virulente minacce sismiche, i Campi Flegrei e il Vesuvio, incombente su tre milioni di persone. Aveva dalla sua oltre alla competenza una caparbietà catoniana, del Catone di Cartagine, nel ribadire le sue convinzioni essenziali: voleva che l’insensata proliferazione di costruzioni dei decenni attorno alla metà del secolo scorso e fino almeno agli anni ‘70, decine di milioni di vani inutili e nocivi, andasse smantellata e sostituita decentemente da edifici a prova antisismica e anti-bruttezza. Mostrava, sciorinando cifre meravigliose sugli abitanti dell’antica Babilonia e della moderna Chongqing, il disastro verso cui è precipitata una cultura della quantità infinita e del divorzio dalla natura. E’ stato dal 2013, e fino al gennaio scorso, protagonista di una rubrica settimanale di Radio Radicale condotta da Enrico Salvatori, “Overshoot”, dalla quale c’era e c’è sempre molto da imparare.

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