Ribellarsi contro il velo

Adriano Sofri

Una campionessa indiana di scacchi rifiuta di indossarlo durante le competizioni e rivendica il suo diritto alla libertà di espressione, di pensiero, di coscienza e di religione

Trovo e copio una notizia dal Times of India. Soumya Swaminathan, indiana, 29 anni, già campionessa del mondo junior femminile di scacchi e oggi gran maestra, ha comunicato che non parteciperà alla Coppa di scacchi delle Nazioni asiatiche che si terrà a Hamadan, in Iran, dal 26 luglio al 4 agosto, perché non ha alcuna intenzione di coprirsi col velo. La nazione ospite, l’Iran, obbliga tutte le concorrenti donne a coprirsi. “Ritengo la legge iraniana che obbliga al velo una violazione diretta al mio diritto alla libertà di espressione, di pensiero, di coscienza e di religione. Non c’è posto per alcun abbigliamento religioso nello sport. Nella condizione vigente non posso che non andare in Iran”. Ci sono cose sulle quali non può esserci compromesso, ha concluso Soumya. Si ricorderà che lo scorso 30 aprile cinque giovani donne iraniane, tifose del Persepolis, truccate con parrucche maschili e barbe finte, andarono ad assistere alla premiazione della loro squadra, vincitrice del campionato nazionale, allo stadio Azadi di Teheran. A proposito: Azadi vuol dire Libertà.

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