La maledizione del numero 17

Adriano Sofri

Il boeing esploso in volo e l'incontro tra Casellati e Pd. Per la serie le disgrazie che “quando devono succedere succedono”

Vedo che Fico ha preso una posizione ragionevole sul destino della legge di riforma penitenziaria, di quello che ne è restato, che l’accanimento carcerario delle tre fazioni dette di centrodestra e la viltà del Movimento dei 5 stelle avevano voluto affossare, e ha ancora uno spiraglio attraverso cui passare. Da Fico, simpatico tipo – prese un autobus perché la coda ai taxi era troppo lunga, spiegò, e fece bingo – mi augurerei soltanto che si prendesse tutte le libertà che una politica indipendente e davvero indifferente alla sua durata vitalizia, ben altra cosa che la facile e ovvia rinuncia al vitalizio e ai sovrappiù di emolumenti che accompagnano le cariche pubbliche. La politica, anche la più rotta al cinismo, riserva ai suoi attori possibilità romanzesche oltre che imprevedibilmente benefiche, come promette il viaggio segreto a Pyongyang di Mike Pompeo, il cui faccione si alterna in Google immagini a quello veneziano di Gneo Pompeo Magno, con una qualche rassomiglianza. Ieri mattina facevo la mia ginnastica, guidato dalla allenatrice Benedetta, che è anche, ho ricordato, allevatrice di gatti esotici. Magari ne ricaverò una morbidezza felina alla mia andatura ritrovata. Mi sono ricordato che il successo del giovanissimo Mario Schifano, presso le signore dell’aristocrazia romana dai molti nomi e cognomi che adorava e che lo adoravano, era legato a una sua bellezza snella e ispirata, che si sbrigò a buttare via, e a sue movenze “feline”, che forse però era stato Guttuso ad attribuirgli. Fra i fratturati ortopedici che frequento ci sono sentimenti piuttosto fatalisti, quasi musulmani, sulle disgrazie che “quando devono succedere succedono”. Inshallah. Abbiamo tutti le nostre superstizioni, anch’io che mi picco di non averne: solo per orgoglio, perché mi offenderebbe ammettere di aver avuto una vita sfortunata. Ieri un motore di un aereo di linea americano, un Boeing 737-700, è esploso in volo e ha risucchiato in un oblò infranto una passeggera della fila numero 17. Mi ricordo come mi sembrò ridicolo scoprire che certe linee aeree non avevano le file numero 13 o 17. A sentire la notizia di ieri in tanti si saranno detti, più o meno cautamente, che è proprio meglio evitarlo il 17. Qualcun altro avrà pensato con indignazione che quella stupida superstizione greco-latina si sarebbe ancora rafforzata per effetto di un mero caso. L’aereo, ha precisato la notizia, aveva fatto dal 2000 circa 40 mila fra decolli e atterraggi. Un guasto al motore su 20 mila voli è una proporzione rassicurante. Ma un guasto al motore che risucchia la fila numero 17? Dopo 48 ore di palleggio a fondo campo, si porrà forse domani la questione di un accordo di governo fra 5 stelle e Pd. I primi eviteranno appuntamenti alle 17 eccetera. I secondi sono vaccinati.

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