Il pubblico ministero Tiziana Siciliano (foto LaPresse)

"Una casalinga prestata alla magistratura"

Adriano Sofri

Tiziana Siciliano, Lenin e le cuoche al governo dello Stato

Colpito dalle parole di Tiziana Siciliano, pubblico ministero al processo contro Marco Cappato, ho cercato qualche notizia su lei in rete, e ho trovato che in un’audizione alla Camera (sulle contraffazioni), la signora Siciliano aveva detto per inciso: “Io sono una casalinga prestata alla magistratura”. Bello, direi. Mi sono ricordato di Lenin, che aveva un vero genio per gli slogan. Per esempio, la promessa che le cuoche – o le massaie, secondo le traduzioni – sarebbero andate al governo dello Stato. Poi le cose precipitarono e non hanno più smesso di precipitare. Venne il momento di chiedersi se le cuoche avessero voglia di andarci, al governo dello stato.

 

Da me c’è Anna, da sempre, cucina bene e i bassottini le vogliono quasi più bene che a me. Quando ho bisogno mi presta qualche soldo. In certe case, racconta, vorrebbero proibirle di ricevere telefonate. Giorni fa la televisione commentava il successo di Oprah Winfrey e l’eventualità che andasse alla Casa Bianca. Anna stava spolverando, si è interrotta e ha detto: “La madre andava a servizio nelle case”. Ho squadrato Anna sospettosamente. “Magari potresti diventare presidente della repubblica”, ho insinuato. Ha alzato le braccia rassegnata e ha detto: “Tu sei grullo, non c’è niente da fare”.

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