I problemi interni a + Europa

Massimo Bordin

Il partito di Bonino deve scegliere se seguire fino in fondo la strada dell'alleanza col Pd

Pasquale Laurito, sulla sua mitica Velina Rossa, si occupa di radicali ed elezioni e ricorda come il Partito Radicale, che nell’operazione elettorale di Emma Bonino non si è mai riconosciuto, sia il depositario del simbolo “La Rosa nel pugno”, teoricamente ancora spendibile in concorrenza con quello di “+ Europa”. Si tratta comunque di un’eventualità remota, non solo per la questione delle firme, comunque da raccogliere, ma anche perché i socialisti hanno già provveduto da par loro a disperdersi in più liste. Il problema più immediato per l’iniziativa di Bonino è piuttosto interno alla sua lista. Non c’è solo Bruno Tabacci a essere contrario, almeno questo afferma, all’apparentamento con il Pd. Anche una parte di Radicali italiani non è mai stata entusiasta dell’idea. Nel dibattito interno al gruppo di Bonino era già emerso, per poi rientrare nei ranghi, qualche dissenso sull’idea di legarsi al Pd. “Non vogliamo essere una lista civetta” fu detto in una riunione e toccò a Gianfranco Spadaccia rintuzzare la critica. Domenica la lista deciderà in un’assemblea plenaria e se Tabacci terrà ferma la sua opzione di corsa solitaria, potrebbe trovarsi sostenuto non solo da Angelo Sanza, in nome dell’antica comune militanza nella corrente di “Albertino” Marcora, ma anche da Mario Staderini e altri radicali affascinati dalla democrazia diretta e da Assange, e perciò più vicini al M5s che al Pd. Un fronte composito che potrebbe dar vita a un dibattito inconsueto e un po’ surreale. Forse mancherà l’irruzione degli indiani inseguiti dal settimo cavalleria ma il riferimento a Helzapoppin e alla signora Jones potrebbe essere d’obbligo.

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