Il primo ministro Abadi e Donald Trump alla Casa Bianca (foto LaPresse)

È l'Iran la vera questione dietro i rapporti Iraq-Usa

Adriano Sofri

Trump ha ricevuto alla Casa Bianca il primo ministro iracheno Abadi. Dopo Mosul il nodo verrà al pettine 

Lunedì il primo ministro iracheno Abadi è stato ricevuto alla Casa Bianca da Trump, calorosamente, secondo Abadi. Il quale ha osservato che Trump è più deciso di Obama a “combattere il terrorismo”, e che Trump ha un piano, benché lui Abadi non sappia che piano sia. Infine, che avere un piano in comune sarebbe bene. La cosa era cominciata col bando di Trump sugli ingressi da paesi sospetti, che comprendeva l’Iraq, nel momento cruciale della controffensiva alleata, cioé soprattutto americano-irachena, dopo che i curdi hanno fatto la loro parte, per la riconquista di Mosul. Il bando rivisto di Trump ci metteva una toppa esonerando l’Iraq. Ora l’incontro cordiale a Washington, che suona soprattutto come un appoggio ad Abadi a svantaggio del suo rivale principale, il vecchio e ancora accanito al Maliki. Ma a parte le rivalità in campo sciita, la questione enorme che sta dietro il rapporto fra l’America di Trump e Baghdad riguarda l’Iran. Che è, in politica estera, la divergenza più scandalosa fra Obama e Trump. E, quanto ai rapporti fra Usa e Iraq, la contraddizione maggiore, dal momento che l’Iraq sciita è largamente infeudato, in tutte le sue fazioni, all’Iran. Dopo Mosul il nodo verrà al pettine.

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