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Diritti umani e compassione per gli animali

Adriano Sofri

Dal cane poliziotto ucciso nell'aeroporto di Auckland all'intervista ad Assad. Dai macelli alla guerra

Allora, all’aeroporto di Auckland, in Nuova Zelanda, un allievo cane-poliziotto di nome Grizz, un incrocio di collie e pointer di 10 mesi, addestrato a fiutare esplosivi e sul punto di essere promosso, spaventato da qualcosa è sfuggito al suo istruttore ed è scappato di qua e di là. Dicono le cronache che 16 voli sono stati ritardati perché i piloti si rifiutavano di decollare finché il cane era sciolto in giro. Che il personale ha cercato invano di riacciuffare il cane Grizz per tre ore, e poi ha chiesto alla polizia di sparargli. E che la polizia gli ha sparato. Ho letto un ampio resoconto della cosa sul Guardian, poi ho letto alcune centinaia di commenti, poi ho visto che la notizia era la prima nella classica di quelle “più guardate”.

 

Ho avuto anch’io la mia opinione, poco importante (che non mi spiego che gli aerei da passeggeri temano di decollare perché c’è un cane in giro, per giunta, a quanto pare, non sulle piste ma fuori dai loro recinti; che mi spiego pochissimo come sia possibile adoperarsi invano in tanti per tre ore per avvicinare un cane sia pure spaventato; che, come protestano molti commenti, non si sia trovato, magari allo zoo cittadino, un fucile a proiettili sedativi; che ogni volta di nuovo trovo insopportabile la saggezza di quelli che ricordano quali e quanti animali siano ogni minuto macellati mangiati maltrattati e massacrati in Nuova Zelanda e nel resto del mondo, pretendendo che la statistica basti a rendere ridicolo il dispiacere per quel singolo cane Grizz bianco e nero che state guardando in quel momento, eccetera).

 

Da tempo sto raccogliendo notizie e pensieri sulla storia passata e contemporanea dei cani (e di altri animali, ma dei cani specialmente) nel Kurdistan, dove sono mediamente malvisti e, credo, portatori di una decisiva concezione del mondo. Va da sé che in posti come questo occuparsi del destino dei cani appare come un passatempo ozioso o perfino offensivo rispetto a tanta guerra di umani e a tanti umani randagi, e infatti non ne ho finora scritto una sola riga e continuo a rinviare. In un’intervista dell’altro giorno Bashar al Assad, mostruoso carnefice del suo popolo, ha ragionevolmente spiegato come nella Siria di oggi i diritti umani siano un lusso impraticabile. I diritti umani: figuriamoci i diritti o anche solo la compassione per gli altri animali. E invece…