(foto LaPresse)

La visita in carcere della moglie di Demirtas

Adriano Sofri

Selahattin Demirtas, il leader del partito Hdp, il Partito democratico dei popoli di Turchia, ha ricevuto mercoledì nel carcere di massima sicurezza di Edirne, dov’è recluso da un mese e mezzo, i suoi famigliari

Selahattin Demirtas, il leader del partito Hdp, il Partito democratico dei popoli di Turchia, ha ricevuto mercoledì nel carcere di massima sicurezza di Edirne, dov’è recluso da un mese e mezzo, i suoi famigliari. C’è una notizia nella notizia: che per un mese e mezzo era stato isolato perfino dai suoi cari. Con Demirtas è stata arrestata anche la co-presidente dell’Hdp, Figen Yüksekdag: tutte le cariche del partito e anche delle amministrazioni con suoi eletti sono tenute insieme da un uomo e una donna. Sono mosse contro di loro le accuse più pretestuose: complicità col Pkk, rifiuto di collaborare con la giustizia, per Yüksekdag addirittura la complicità con un attentato ad Ankara. La prigionia dei due leader di un partito parlamentare, il terzo del paese, nato per unire le minoranze e per cercare una conciliazione sulla tragica guerra civile turco-curda, è già uno scandalo. Un gran numero di altri esponenti del partito e sindaci è stato arrestato. Lo scandalo era stato scrupolosamente preparato da un emendamento alla Costituzione turca, ben prima del tentato colpo militare, che toglieva l’immunità parlamentare agli eletti indagati “in connessione con attività criminali o terroristiche”, che nella lingua del governo turco sono sinonimi del Hdp. La repressione in Turchia è così perdutamente vasta da travolgere i suoi aspetti particolari. Ma occorre riservare una commozione e un’ammirazione al leader di un partito democratico sottoposto a una galera dura che si avvale della visita di sua moglie per far sapere che “noi siamo risoluti nella nostra lotta e il nostro morale è più alto che mai”.

Di più su questi argomenti: