A San Bernardino è stato mass shooting o terrorismo? Tutte e due

Adriano Sofri
Succederà sempre più spesso che regolamenti di conti personali, omicidi di pianerottolo, rivalità di ufficio, trovino questo sigillo finale. Caso mai, in questa circostanza ci si può interrogare sulla disgraziata moglie di Farook, la cui sorte può ricordare quella dei suicidi di coppia, che non di rado sono un suicidio e un omicidio

Mi rivolgo a quelli che si beano delle spiegazioni univoche e ancora peggio unilaterali. Per esempio sull’islam. L’America ha dovuto interrogarsi sulla strage di San Bernardino: era mass shooting (roba di tutti i giorni, insomma) o terrorismo? Salve più esaurienti documentazioni, la risposta è che le due cose sono coincise, ed è istruttiva. Mettiamo che io sia un ispettore alla salute, e che ce l’abbia a morte col mio dipartimento per qualche ragione a me nota. E che sia anche un musulmano fervente e incline all’ammirazione per le imprese dei miei correligionari del Califfato.

 

Prendo due piccioni, per così dire, con una sola strage. Succederà sempre più spesso che regolamenti di conti personali, omicidi di pianerottolo, rivalità di ufficio, trovino questo sigillo finale. Caso mai, in questa circostanza ci si può interrogare sulla disgraziata moglie di Farook, la cui sorte può ricordare quella dei suicidi di coppia, che non di rado sono un suicidio e un omicidio. La domanda è dunque: è arrivata prima la volontà di vendetta contro i colleghi, il dipartimento, l’America e il mondo intero, o l’islam? Alla stessa domanda molti studiosi, prediligendo la ricostruzione storica, che si tratti delle banlieue o della Tunisia dopo la Primavera, rispondono che certi giovani non si sono radicalizzati attraverso l’islam, ma islamizzati attraverso, o dopo, la radicalizzazione. Infine, c’è lo spettacolare caso delle conversioni all’islam. Dei convertiti figurano fra i più fanatici e feroci attori jihadisti, in una percentuale incomparabile con quella dei convertiti sul totale dei musulmani. Non si tratta di una novità, certo: bisogna sempre guardarsi dallo zelo speciale dei convertiti e dei pentiti. Ma è anche questa una conferma del fatto che l’islam, cioè la sua interpretazione bellicosa efferata e apocalittica, offre oggi (in passato soccorrevano altre ideologie totali) una efficace maschera alla frustrazione, all’odio e all’esaltazione di cittadini mancati di questo mondo. Arriveremo a qualche idealista che, esasperato dal suo dirimpettaio cattivo suonatore di violino, si convertirà all’islam e si farà saltare sulla sua porta di casa. Tutto ciò non esaurisce il problema dell’islam, né lo relativizza.

 

Mostra, come la domanda sull’anno di nascita dell’uovo e della gallina, che le risposte non sono univoche.

 

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