Che fallimento la guerra allo Stato islamico

Adriano Sofri
Sull’andamento della “guerra” contro l’Isis non sono solo i rapporti riservati dell’Intelligence a indorare le informazioni. In realtà, nei 14 mesi dalla avanzata devastante dell’Isis nel giugno dell’anno scorso, nessuno dei centri cruciali è stato riconquistato

    Sull’andamento della “guerra” contro l’Isis non sono solo i rapporti riservati dell’Intelligence a indorare le informazioni. In realtà, nei 14 mesi dalla avanzata devastante dell’Isis nel giugno dell’anno scorso, nessuno dei centri cruciali è stato riconquistato, e si sono invece moltiplicati quelli da riconquistare, fino a Palmira. Della riconquista di Mosul, annunciata per la primavera scorsa, non si è più sentito. A Ramadi, passata in mano all’Isis a marzo, ieri un’autobomba suicida ha ucciso due generali dell’esercito iracheno e almeno tre soldati. Uno dei due, Abdulrahman Abu Raghif, era addirittura il vicecomandante del Comando operativo della provincia di Anbar, l’altro, Safin Abdulmajid, era un curdo di Gwer, che aveva compiuto una precoce carriera fino a vedersi affidata la Decima divisione dell’esercito iracheno. Ancora ieri, venivano segnalate avanzate dell’Isis a nord di Aleppo. Con l’eccezione del Kurdistan, le “riconquiste” della coalizione sono per ora pura propaganda, e lo stesso “contenimento” è un eufemismo.