Il Papa e i piedi dei detenuti

Adriano Sofri

Io, che non perdonerò mai chi mi ha messo in galera e chi gli ha battuto le mani, ho tuttavia in qualche circostanza il vantaggio di un punto di vista privilegiato e, per così dire, più cristiano.

    Io, che non perdonerò mai chi mi ha messo in galera e chi gli ha battuto le mani, ho tuttavia in qualche circostanza il vantaggio di un punto di vista privilegiato e, per così dire, più cristiano. Per esempio, voi leggete che il Papa sta per andare a Rebibbia a lavare i piedi dei detenuti, e vi chiedete con un po’ di raccapriccio: “Laverei i piedi a un detenuto?”. Io mi chiedo, con un po’ d’imbarazzo: “Mi farei lavare i piedi da un Papa?” (occorre infatti molta umiltà).