Comando

Stefano Di Michele

La sinistra può pure avere (a ragione) Renzi sui coglioni, ma lui ormai può farsi forte (ancor più a ragione) della convinzione di Fidel Castro.

COMANDO s. m. “Atto di comandare, ordine impartito”.  La sinistra può pure avere (a ragione) Renzi sui coglioni, ma lui ormai può farsi forte (ancor più a ragione) della convinzione di Fidel Castro: “La storia mi assolverà”. Ieri, con un solo discorso, ha messo a ferro e fuoco (e sparso sale sulle rovine), un’altra granitica convinzione della sinistra: quella della chiacchiera – che la democrazia precede, è l’astrusa convinzione; che della democrazia è sostanza, è l’enigmatica credenza. E’ andato dai carabinieri, per l’apertura del corso allievi ufficiali (che è comunque sempre tutt’altra soddisfazione, rispetto al fatto di dover dibattere ogni dì con Pippo o qualche tsipratista di risulta), e ha fatto l’elogio tanto dell’arte del comando quanto del sentimento dell’ambizione – se l’uno e l’altra, si capisce, a nobile causa sono votati, piuttosto che a qualche coglionesca intenzione tra il gerarca Catenacci e l’assemblatore di tangenti. “In Italia c’è tradizionalmente un racconto per cui comandare è quasi una parolaccia”, ha detto Renzi (dalla Stampa). Un colpo al cuore a una delle pratiche più diffuse a sinistra – ove il problema è sempre “ben altro”, fioriscono camere “di compensazione”, si sa che “la discussione deve essere approfondita”, ovvio che “il tema è complesso”, meglio sarebbe “un seminario”, persino che “non si può decidere a maggioranza”: e come, allora: a tre quarti? col sorteggio alla lotteria Italia? col gratta e vinci? Piena di belle idee, di belle teste, di belle conversazioni, la sinistra ha sempre un po’ latitato sul versante della buone soluzioni. Il dibattito (spesso attorno a fantozziane “boiate pazzesche”) è la vera passione – deprecabile, quasi sconveniente, la soluzione. Una chiacchiare infinita, senza capo né coda, un ginnico labirinto borgesiano ove sempre si avanza e mai si arriva. Con benemerità impudenza, davanti alla Benemerita plaudente, Renzi ha spezzato un altro paio di tabù – se è vero che un partito non può essere una caserma (pur se certa potrebbe risultare la maggiore utilità di un maresciallo piuttosto che di tanti illustri vocianti da consiglio nazionale o consimili adunate), è pur vero che non può neanche essere sempre e per sempre un divertente, surreale, inconcludente, ciarliero, deambulante, simpatico   circolo Pickwick. L’Arma ha applaudito – c’è il sospetto che molti compagni pure.  

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